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L’Inter di De Boer: pressing asfissiante, possesso palla e copertura centrale

L’uomo di equilibrio su cui De Boer sta puntando è Joao Mario: il portoghese è già stato utilizzato in diverse posizioni e sta dando le risposte che si aspettava.
A cura di Vito Lamorte
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Non è passata nemmeno una settimana dalla sconfitta di Europa League e Frank De Boer da vittima sacrificale del progetto Inter sembra essere diventato l'allenatore più illuminato dell'italico calcio. La solita mancanza di equilibrio. L'ex tecnico dell'Ajax, arrivato dieci giorni prima dell'inizio del campionato, sta iniziando a mettere in campo le sue idee di gioco dopo le prime uscite disastrose e i risultati iniziano ad arrivare. La squadra nerazzurra ha messo in fila tre vittorie (Pescara, Juventus e Empoli) figlie di tre prestazioni diverse ma nelle ultime due gare qualcosa di diverso nell'impostazione tattica dell'Inter si è vista.

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Dopo il 3-5-2 della prima giornata con il Chievo e il 4-3-3 contro il Palermo, Frank De Boer si è presentato a Pescara con un 4-2-3-1 che vedeva Medel e Joao Mario mediani e Banega trequartista in mezzo a Perisic e Candreva. Lo stesso schema si è ripetuto con la Juve e con l'Empoli ma, se nella gara dell'Adriatico i nerazzurri devono dire grazie a Mauro Icardi e Samir Handanovic, nelle altre due occasioni davvero l'Inter ha messo in campo idee nuove rispetto al recente passato.

Fase difensiva

La difesa a 4 è da sempre stato un principio basilare dell'ex giocatore di Ajax e Barcellona e, difatti, l'impiego della linea a 3 contro il Chievo aveva lasciato tutti abbastanza perplessi. De Boer, a dispetto di quello che si dice degli olandesi, cura molto la fase difensiva e ha una predilezione per la copertura e densità nella parte centrale, così da costringere gli avversari a spostare il gioco sugli esterni, zona dove può essere più efficace il pressing e il recupero palla, oltre a rendere meno efficace l’attacco avversario.

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La fase difensiva del tecnico olandese si base anche su un recupero palla altissimo e soprattutto nella gara con la Juventus si è visto come il nuovo modo di attaccare alti i giocatori avversari può portare delle soluzioni molto interessanti: nella partita con i bianconeri la squadra di De Boer ha attaccato al limite dell'area con 3 uomini costringendo Benatia ad allargarsi e Pjanic a schiacciarsi ancora di più. Quando la palla arrivava sulla fascia la metà campo bianconera era già preda di 7 uomini nell'ultimo terzo di campo.

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Fase offensiva

De Boer vuole comandare il gioco e il possesso della palla è fondamentale. Chiaramente, avere la palla e giocarla sempre in orizzontale rende prevedibile la manovra ma il tecnico olandese pretende dai suoi un repentino cambio di gioco in ricerca del lato debole e, come si vede nello screen, fin dai primi minuti di gioco c'è stato soprattutto contro la squadra di Allegri. Molto importanti sono le situazione di uno-contro-uno dove si possono sfruttare la tecnica e atleticità dei giocatori offensivi nerazzurri.

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La filosofia di De Boer prevede esterni alti e larghi per riuscire ad allargare le maglie delle difese avversarie e se con l'Empoli si è visto qualcosa di molto vicino a questo principio, con la Juve l'impiego di Eder, che non è una vera ala, ha portato ad un'impostazione diversa. Molto interessante il lavoro svolto da Antonio Candreva che con un movimento ad elastico si posiziona sulle linee di passaggio delle squadre avversarie e poi scappa subito per coprire la zona di campo di competenza. Il dispendio di energia è notevole ma una volta trovati gli automatismi sarà come vedere un puzzle.

Lo scambio di posizione tra Joao Mario e Banega, nella gara con la Juve, è riuscito a tirare fuori uno dei due dalle strette maglie del centrocampo bianconero e sia in fase di costruzione che di appoggio entrambi erano spesso liberi di poter giocare.

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Joao Mario e Banega

Il centrocampista portoghese può diventare davvero l'uomo di equilibrio per la squadra meneghina e De Boer lo sa. Joao Mario è tatticamente e tecnicamente molto preparato e il fatto di interpretare due posizioni diverse a distanza di pochi giorni lo rende ancora più evidente. Il campione d'Europa riesce a scambiarsi spesso la posizione con Banega e i due sono riusciti a mettersi spesso in posizione verticale creando non pochi problemi alla Juventus. Il recupero di palla su azione di pressing e l'assist per il raddoppio di Icardi contro l'Empoli danno l'idea di quanto questo ragazzo può essere importante per la sua squadra.

L'argentino è un trequartista atipico: non fa tantissimi goal, gioca con la squadra e predilige il gioco alla finalizzazione. Non proprio un trequarti moderno. Nell'Ajax De Boer faceva giocare Klaassen in quella posizione perché gli garantiva anche inserimenti da seconda punta ma Banega non è così e per questo, come si è ben visto già con la Juve, gli chiede di venire a giocare in mezzo ai due mediani per creare gioco e spazi per i compagni: il continuo scambio di posizioni con Joao Mario e l'accentramento di Eder (o Perisic) possono essere delle valide opzioni per la fase offesiva. Un'idea che se sfruttata bene potrà aiutare, e non poco, l'Inter.

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