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Inter, tutti i dubbi su de Boer e l’ipotesi Rudi Garcia: prossimi risultati decisivi

L’olandese è tecnico preparato e serio. Ha usato il pugno duro quando è servito (Brozovic, Kondogbia) e ha le idee chiare su come la squadra deve giocare. Ma non c’è tempo e i risultati premono: le figuracce europee e gli scivoloni in campionato pesano come macigni anche se l’ambiente e i giocatori non lo hanno aiutato. Così, potrebbe subentrare Rudi Garcia, l’ex giallorosso che conosce bene la Serie A e ha già rifiutato altre panchine.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'allarme Icardi è rientrato. L'argentino resterà sotto stretta sorveglianza di società e tifosi ma la frattura e i dissensi sono stati sotterrati almeno fino a fine stagione, quando si tireranno le somme più che sui comportamenti, sui risultati ottenuti. Intanto, però, c'è da raddrizzare la parabola nerazzurra già a novembre in fase discendente. Male in campionato, malissimo in Europa, è una squadra che non ha ancora né capo  né coda. Anche per stessa ammissione di Frank De Boer, l'uomo scelto dalla società che sta fallendo l'appuntamento con la propria occasione professionale più ghiotta.

Scelta della società

L'olandese poco volante, si è dimostrato spesso persona pragmatica e professionista più che serio. Ha provato a mettere in campo una squadra con gli uomini più motivati e pronti, togliendone altri senza guardare in faccia nessuno. Brozovic si lamenta invce di migliorare le proprie prestazioni insufficienti? Fuori. Kondogbia non esegue ciò che gli viene richiesto in mezzo al campo? Fuori. Felipe Melo, Ranocchia, Jovetic non forniscono le necessarie garanzie nei rispettivi ruoli? Fuori. Scelte che sono sicuramente piaciute alla società che da tempo non vedeva in panca tanta determinazione e nessun spirito polemico. Ma non basta, non può bastare.

I flop in Europa e in campionato

Oggi l'Inter si ritrova a 11 punti in 8 giornate di campionato, a -4 dalla Zona Champions ma, cosa più grave, dalla parte destra del tabellone con ben 9 squadre davanti con cui fare i conti. Una montagna da scalare che nessuno immaginava ma che gli stessi nerazzurri hanno contribuito a costruire. E se si aggiunge la pessima figura rimediata in Europa League, attenuanti non ce ne sono per nessuno, nemmeno per de Boer. In Coppa sono arrivate due sonore sconfitte, delusioni nel gioco, nella mentalità e nei risultati che hanno già compromesso il cammino europeo.

De Boer: manca la scintilla

De Boer ha colpe precise e forse limiti caratteriali e professionali con cui nessuno aveva fatto i conti. E' un uomo serio, preparato, con la mentalità vincente di chi da giocatore ha alzato trofei in giro per l'Europa e per il Mondo. Ha anche un'idea di gioco precisa, offensiva, in cui la squadra deve dominare il campo, faticare, spendere e gestire il possesso palla. Tutti elementi che lo hanno portato a Milano al posto di Mancini, ma con un handicap che si è mostrato in queste settimane: non possiede il dono di saper inventare all'occorrenza per risolvere nell'immediato problemi e situazioni. Sarà un ottimo tecnico se lo si lascia costruire e lavorare, ma diventa mediocre nel breve termine dove la pressione è al massimo e il tempo a disposizione al minimo.

Paracadute Inter: risoluzione senza emolumenti

Un paracadute, l'Inter, però se lo è tenuto: Frank de Boer ha un contratto di due stagioni con opzione per il terzo ma in caso di risoluzione anticipata, l'Inter pagherà solamente i primi 12 mesi di stipendio. Insomma, una minima via di fuga per un piano B, i nerazzurri se la sono tenuta. E oggi diventa essenziale capire cosa fare: de Boer non conosce il nostro campionato, è arrivato in extremis, con una squadra non sua, ha provato a far bene e qualcosa c'è in quest'Inter ma sia l'ambiente che i giocatori non l'hanno aiutato. Se da qui a una settimana ci saranno altri ko, sarà tempo di cambiare.

Garcia è già pronto

In giro non ci sono stelle da panchina. Si parla di Leonardo, di Bielsa, di Garcia. Forse l'unica soluzione – ma sarebbe comunque un ripiego non un nuovo progetto – sarebbe l'ex Roma che al momento è voluto restare libero rifiutando panchine dalla Turchia all'Inghilterra. Un uomo che sa cosa significhi Serie A, che ha dovuto affrontare una piazza calda come quella giallorossa e che non avrebbe problemi a calarsi nella parte a gara in corsa. Perché conosce già il nostro campionato e conosce l'Inter, nel bene e nel male.

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