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Inter-De Boer, avanti insieme. Fino a mercoledì

La società non ha deciso sul destino dell’olandese in attesa che a Milano arrivi via aereo la proprietà Suning, unica a poter dire qualcosa senza paura di smentite. In un clima surreale, si prepara la sfida al Torino di Mihajlovic, l’ex di turno che in estate la dirigenza rifiutò perché già delfino di Mancini e tecnico del Milan.
A cura di Alessio Pediglieri
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La visita odierna ad Appiano Gentile di parte della dirigenza ha partorito il classico topolino: tra le tante decisioni da prendere si è scelta quella più ovvia, non decidere. Così, l'allenatore olandese continuerà a sedersi sulla panchina nerazzurra a tempo determinato. Non dai risultati ma dall'attesa di vedere arrivare in città la proprietà Suning, i nuovi investitori cinesi che dovrebbero fare capolino entro il fine settimana per decidere il presente e il futuro interista. Anche un eventuale successo contro i granata dell'ex Mihajlovic, dunque, potrebbe non bastare a De Boer per salvare un posto oramai con le ore contate.

La ‘spallata' di Gasperini

Se a dare man forte a De Boer scende in campo anche il ‘nemico' Gasperini, qualcosa di grave è accaduto. L'attuale tecnico dell'Atalanta ha un conto aperto con la società nerazzurra ma davanti al trattamento riservato al collega (in cui evidentemente si rivede) ha detto la sua: "Se l'Inter crede nelle qualità dell'allenatore deve concedergli il tempo necessario perché dimostri di avere le qualità per cui è stato preso. Altrimenti si crea l'ennesimo pasticcio". Un po' come capitò allo stesso Gasperini – nell'era Moratti, però – al quale non si diede il tempo utile per rendere la squadra una progetto costruito su solide basi: allora come ora, i risultati remano contro e il club nerazzurro si basa prevalentemente su questo aspetto.

Gardini-Ausilio-Zanetti: nessuno può decidere

Con una aggravante ulteriore, nella vicenda De Boer. Se oggi Giovani Gardini, Piero Ausilio e Javier Zanetti non hanno preso alcuna decisione nei confronti del tecnico è semplicemente perché non sanno cosa dire all'olandese. In attesa che piombi a Milano la proprietà, assente in queste settimane, impegnata a cercare nuovi tifosi in giro per il mondo pianificando brainstorming su nuovi aspetti di marketing e rilancio del brand. Con buona pace di gioco e risultati. E dei tifosi nerazzurri che stanno vivendo la paradossale situazione in cui i giocatori ammettono di non riuscire a seguire l'allenatore (Eder), il tecnico non capisce perché la squadra in campo non faccia ciò che impara in allenamento e una società che gira intorno alle sedie in attesa della fine della musica per vedere chi resta in piedi tra De Boer e giocatori, cui dare la colpa.

Contro l'ex Mihajlovic, che la società rifiutò in estate

Così, ci si avvia alla sfida con l'ex Mihajlovic in punta di piedi. Proprio con il Torino allenato da chi in estate poteva arrivare, colpevole però di due onte che la società ha ritenuto eccessive: essere stato il delfino dell'epurato Mancini e giungere dalla diretta esperienza al Milan. Così, le voglie di Thohir si sono trasformate in realtà con l'ingaggio a ferragosto di De Boer, arrivato a Milano in piena Piazza Affari del pallone, con un mercato oramai conclusosi, una preparazione atletica inesistente, giocatori non venduti e mal sopportati (Felipe Melo, Jovetic, Nagatomo), altri arrivati ma non graditi (Erkin).

De Boer, l'allenatore che dipende da un biglietto aereo

Per l'allenatore olandese una fiducia a tempo, ma che non dipenderà dai risultati. Se anche dovesse arrivare una vittoria convincente a San Siro contro i granata, De Boer resterebbe in bilico. La fiducia gli è stata elargita per una mera questione di praticità: il triumvirato nerazzurro oggi ad Appiano è in attesa che arrivi a Milano la proprietà, unica a poter dire qualcosa che non venga smentita, al tecnico. Insomma, De Boer è il primo allenatore a non dipendere dai risultati ma da un piano di volo aereo.

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