In Rete la caccia al gay nell’Inghilterra

Un calciatore dell'Inghilterra che gioca in Premier League è gay e farà coming out. E' bastata questa notizia per fare impazzire la Rete: The Sun, nell'edizione domenicale, avrebbe rivelato il nome del giocatore omosessuale. Lo stesso tabloid, però, s'è affrettato a smentire quella che ha definito una "news completamente infondata" in un tweet. Già, perché è stato assordante il ‘cinguettio' che ha invaso il social network. Una sorta di caccia al gay della pedata, con alcuni atleti della nazionale di Hodgson che non hanno resistito alla tentazione di palesare la loro ‘mascolinità' e sviare sospetti. Il primo a farlo postando un messaggio su Twitter è stato Ashley Cole ("a me piacciono le pollastre", ha ammesso l'esterno del Chelsea), a lui s'è aggiunto Luke Shaw del Southampton passato dalla commozione per la chiamata in nazionale all'imbarazzante "non sono io".

Precedenti. A fare outing di recente sono stati lo statunitense Robbie Rogers, lo svedese Anton Hysen e a Justin Fashanu, nel 1990, poi suicida otto anni dopo. Ad alimentare il dibattito su calcio e omofobia fu il portiere danese del Manchester United, Anders Lindegaard. "Al calcio serve un eroe gay  – scrisse nelle pagine del suo blog -. Il football è rimasto indietro, mentre il resto del mondo è progredito". Thomas Hitzlsperger, ex calciatore della Lazio, ha dichiarato poche settimane fa la propria omosessualità: "Sono gay e lo ammetto perché spero si possa fare un passo avanti nel mondo dello sport sotto quest'aspetto". Infine, Casey Stoney, 31 anni, calciatrice dell'Arsenal e capitano della nazionale femminile inglese, ha fatto coming out davanti ai microfoni della Bbc.