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Evasione fiscale: chiesti 22 mesi di carcere per Messi

Il periodo incriminato è quello tra il 2006 e il 2009, quando venne accertato che la Pulce aveva evaso i proventi sui diritti d’immagine fino a 4.1 milioni. Poi, nel 2013 vennero fatti dei versamenti volontari aggiuntivi sugli anni 2010-2011 come intento di voler sistemare una situazione che però ancor oggi resta pendente.
A cura di Alessio Pediglieri
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Malgrado negli scorsi mesi sembrava fosse tornato tutto normale con Leo Messi che aveva patteggiato una multa per uscire dal tunnel delle accuse di evasione fiscale verso lo Stato spagnolo, oggi arriva invece la notizia che l'agenzia delle entrate iberica abbia alzato la voce e formulato la richiesta scritta di chiedere la condanna a 22 mesi di reclusione al giocatore argentino reo di non aver pagato il fisco e frodato le casse statali. Un fulmine a ciel sereno, in un periodo già negativo per il recente infortunio, che scoperchia un pentolone che sembrava aver finito di ribollire e che invece sembra prevedere nuovi ingredienti che di certo non renderanno felice la Pulce azulgrana.

L'Avvocatura dello Stato ha chiesto 22 mesi di carcere per Leo Messi, una punizione che è stata calcolata dall'accusa in base ai tre crimini commessi dal giocatore argentino contro l'Erario tra il 2006 e il 2009. Una richiesta che ribalta l'assoluzione della Procura – in quanto "non a conoscenza dei fatti" che hanno portato a un'evasione di 4.1 milioni di euro – che aveva invece riconosciuto quale unico colpevole il padre della Pulce, Jorge. Secondo il quotidiano "El Pais" si leggono anche le motivazioni che hanno portato a questa richiesta: è vero che Messi, così come ha esplicitato nelle sue memorie difensive è "profano" in materia fiscale, ma è pur vero – secondo quanto sostenuto dall'accusa – che "non può ignorare" che gran parte del reddito proveniente dallo sfruttamento dei suoi diritti di immagine sia stato raggiunto attraverso società localizzate in paradisi fiscali come l'Uruguay o il Belize.

Accuse dunque ben precise e fondate che adesso attendono una nuova replica da parte dell'entourage legale della Pulce che sembrava tranquilla nell'aver patteggiato con lo stato spagnolo sulla questione erariale e che arriva a distanza di un paio di anni dalla decisione di pagare una multa. Il fuoriclasse del Barcellona, che era stato accusato con il padre di una frode calcolata in 4.1 milioni per il periodo 2006-2009, aveva effettuato un versamento volontario ulteriore di circa 10 milioni al Fisco relativi ai diritti di immagine, con l'intento di dimostrare di voler sistemare la questione relativa al periodo in questione. Sul quale, però, non si è mai avuta notizia di ulteriori accordi risarcitori.

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