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Diego Costa attacca Conte: “Non lo rispetto, c’è lui dietro il mio mancato rinnovo”

Continua la guerra mediatica tra l’attaccante e il club di Londra. Dopo le accuse al tecnico, lo spagnolo ha affrontato anche la dirigenza “Blues”: “Voglio tornare a Madrid, ma loro vorrebbero vendermi altrove. Dopo tutto quello che ho fatto per il Chelsea non credo sia giusto”
A cura di Alberto Pucci
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Non è un buon momento per Diego Costa. L'attaccante spagnolo, è infatti al centro di un caso dalle parti di Cobham: cittadina che ospita il centro d'allenamento del Chelsea. Dopo esser stato messo da parte da Antonio Conte, grazie al famoso sms spedito qualche settimana fa, il 28enne ex Atletico Madrid è rientrato dalle vacanze in sovrappeso ed è ben lontano dal lasciare Londra. Una situazione indigesta per il giocatore, che nelle ultime ore ha attaccato la società londinese pronta a multarlo per i suoi chili di troppo: "Voglio tornare all'Atletico Madrid – ha spiegato Diego Costa al "Daily Mail"- Il Chelsea ne è a conoscenza ma vorrebbe vendermi altrove, meglio se in Cina. Ma sono io che decido io. Simeone e i tifosi mi vogliono e il mio futuro è lì". Oltre alla società di Abramovich, il nazionale delle Furie Rosse se l'è presa anche con Antonio Conte. Il feeling con il tecnico salentino, con il quale Diego Costa ha avuto diversi momenti d'attrito nel corso della stagione, è ormai ai minimi termini.

La polemica con Conte

Consapevole di questa spiacevole situazione, anche in questa occasione il giocatore non ha mancato di lanciare la sua freccia avvelenata verso l'ex ct azzurro: "Stavo firmando il rinnovo, poi è successo qualcosa con lui e all'improvviso la trattativa si è fermata – ha continuato nell'intervista rilasciata al tabloid britannico – Ho il sospetto che dietro a tutto questo ci sia stato proprio lui che ha chiesto di non rinnovarmi il contratto. Come allenatore ha fatto un buon lavoro e lo rispetto, ma come persona no. Non ha un rapporto coi calciatori e non ha carisma. Ora mi alleno coi ragazzi e non ho il permesso di entrare nello spogliatoio della prima squadra. Non ho contatti diretti coi compagni, ma non sono un criminale. Dopo tutto quello che ho fatto per il Chelsea non credo sia giusto".

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