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Carattere, talento, qualità: così il Milan ha agganciato il secondo posto

La vittoria di Verona ha confermato la bontà del lavoro del tecnico campano: principale protagonista dell’ottimo avvio di campionato dei suoi ragazzi. In attesa della sfida contro la Juventus, il popolo milanista rialza la testa e torna a sognare.
A cura di Alberto Pucci
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Il risveglio all'ombra della Madonnina milanese ha il sapore agrodolce di una domenica per nulla scontata. Mentre sulla sponda nerazzurra si contano i danni di un terremoto inatteso e della bufera scatenata dalle parole di Icardi, in casa Milan il caffè mattutino ha un gusto decisamente più intenso di quello annacquato mandato giù a forza nel corso dell'ultima estate. Era dallo scudetto di Allegri che il Diavolo non girava la boa dell'ottava giornata con questi punti. Un cammino per nulla atteso che è però molto diverso da quello che fece il conte Max nel 2010. Allora c'erano Ibrahimovic, Thiago Silva, una parte della vecchia guardia e un gruppo di campioni già affermati. Oggi è tutto diverso ed è proprio per questo che l'attuale posizione del Milan di Montella acquista ancor più valore.

Il coraggio di Montella

Al di là della fortuna che ha accompagnato la formazione milanese nelle ultime partite, i motivi di tale rinascita sono da ricercare innanzitutto nel lavoro di Vincenzo Montella. Il tecnico ha saputo riportare serenità in un ambiente scosso dalle ultime tragedie calcistiche e da una situazione societaria ancora "fumosa". L'aeroplanino ha avuto il coraggio di continuare a perseguire la linea tracciata da Mihajlovic (al quale tutti dobbiamo la scoperta di Donnarumma), di sbugiardare l'ennesima campagna acquisti fallimentare di Galliani (Vangioni, Sosa, Pasalic e Gustavo Gomez stabilmente in panchina), di credere nell'utopia di squadra italiana e giovane suggerita da Berlusconi e, soprattutto, di ricompattare uno spogliatoio che fino alla stagione scorsa pareva spaccato in due.

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Il valore aggiunto di Niang

In attesa di un gioco ancor più convincente, che Montella ha fatto vedere solo a tratti, il Milan stupisce per carattere e personalità. Nonostante l'età media molto bassa, l'undici rossonero ha saputo scalare la classifica grazie all'entusiasmo di una rosa che ha subito seguito il diktat dell'allenatore: oggi più attento alla fase difensiva, rispetto alle precedenti esperienze. Davanti al fenomeno Donnarumma, Paletta si è dimostrato affidabile e prezioso anche per la crescita di Romagnoli. Calabria e Antonelli sono ottimi ricambi per Abate e De Sciglio, mentre in mezzo Locatelli, Kucka e Bonaventura hanno ormai preso il controllo della situazione e relegato in panchina il resto dei centrocampisti. In attacco, infine, il tridente Niang (ormai insostituibile per la squadra), Bacca e Suso garantisce giocate in verticale, cross dalle fasce e un buon numero di reti.

La fine del tunnel

In attesa della prova di maturità contro la Juventus e del ribaltone societario (il closing rimane fissato intorno alla metà di Novembre), Montella ammira la sua creatura tenendo però i piedi ben piantati per terra. Credere in una stagione diversa e finalmente positiva è lecito. Sognare qualcosa più di un terzo posto è francamente censurabile. Il Milan lotta per l'Europa e, continuando su questa strada, ha buone possibilità di poterla conquistare. La difesa incassa meno gol, il centrocampo lotta e corre, l'attacco porta in dote reti pesanti. Il tutto a poche settimane dalla riapertura invernale di mercato che, secondo le strategie cinesi, dovrebbe regalare a Montella un paio di buoni acquisti. La luce in fondo al tunnel, in cui si era cacciato il Milan negli ultimi anni, è ormai una certezza. Ed è calda e rassicurante come quella dei giorni migliori.

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