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Calcio, Felice Evacuo e l’umiliante messaggio di scuse agli ultrà (VIDEO)

Il giocatore del Benvento, al centro di fortissime contestazioni da parte dei propri tifosi, obbligato a chiedere scusa in un video.
A cura di Alessio Pediglieri
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Benevento tifo

Il polverone innalzatosi attorno alla Curva Sud rossonera, le parole di Adriano Galliani contro le attuali normative meno tolleranti sui cori e atteggiamenti da stadio, l'intervento del Presidente della Lega Calcio Mario Beretta e i comunicati da battaglia che si stanno susseguendo tra le varie tifoserie ultrà d'Italia per "far chiudere tutti gli stadi" probabilmente han fatto distogliere ai più lo sguardo a cosa sia accaduto e stia accadendo a Benevento. Dove un giocatore, Felice Evacuo, capitano della squadra ha rischiato il licenziamento in tronco da parte della sua società per essersi recato a fine derby vinto contro la Nocerina, sotto la curva rossonera per salutare i suoi ex tifosi. Atto inaccettabile per la tifoseria sannita che ha prima preteso un confronto diretto col giocatore negli spogliatoi e poi ha diramato un comunicato ufficiale in cu si intimava un aut-aut al club perchè Evacuo venisse subito licenziato e lasciasse la "città immediatamente senza fare più ritorno". Tutto ciò con il presidente del Benevento, Oreste Vigorito che ha dapprima appoggiato il comportamento ultrà (avendo avuto informazioni ‘errate' sull'accaduto) e solo poi ha deciso di non procedere con la rescissione del contratto.

Il petardo al funerale – In una lunghissima conferenza stampa successiva, lo stesso presidente Vigorito ha chiarito il tutto a stampa e tifosi. Dato l'accaduto, l'unico problema ravvisato è stata l'"inopportunità" del gesto del calciatore che in "assoluta buonafede" non aveva intenzione di creare problemi nè offendere nessuno. Tanto meno la propria tifoseria. Parole sagge dopo una giornata di follia collettiva. Dichiarazioni che potevano e dovevano essere l'ultimo atto che concludeva una delle pagine più vergognose del nostro calcio. Ma "quel fuoco d'artificio lanciato durante il passaggio di un funerale", come l'ha definito Vigorito, ha lasciato un ulteriore strascico. Oggi 8 ottobre 2013 il nuovo capitolo è la dichiarazione "spontanea" dello stesso Felice Evacuo, attraverso il canale editoriale beneventano "Ottopagine" edito da Lucia Vigorito. In un filmato che dura 3 minuti, il giocatore è dovuto ritornare sulla vicenda, ripercorrere ciò che ha fatto, confermare la propria buona fede, promettendo di non creare più ulteriori episodi che possano in futuro ferire la tifoseria del club.

L'imbarazzo delle scuse – Se non si stesse parlando di calcio e la persona in questione non fosse un giocatore, nel filmato mandato in onda Felice Evacuo potrebbe essere tranquillamente scambiato come uno di quei tanti sequestrati costretto a rilasciare dichiarazioni preordinate per rassicurare i propri cari, sotto minaccia. Come fosse un prigioniero. Lo sguardo spento, la voce tremante, la ricerca delle parole per evitare ulteriori fraintendimenti. E soprattutto la consapevolezza di dover compiere un gesto privo di significato, obbligato a dare scuse non avendo alcuna colpa…

"Se tutto questo… ha provocato una reazione così forte.. a me dispiace tantissimo. Io ho agito in assoluta buonafede e ho mostrato quelli che erano in quel momento i miei sentimenti. Tutto questo non toglie che sono dispiaciuto per tutto quello che si è venuto a creare dopo, soprattutto per avere creato un problema alla società, ai tifosi, ai miei compagni di squadra, all'allenatore… Se qualcuno si è sentito offeso del mio gesto oppure l'ha interpretato come una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi del Benevento, non era quella la mia intenzione, anzi".

La sensazione complessiva è che in quel filmato l'onore, il rispetto, la dignità di un uomo – ancor prima che di un calciatore – siano state dimenticate chissà dove. Forse in fondo a un cassetto dove di certo è riposta la speranza che  – per ritornare alle parole del presidente Vigorito in conferenza stampa – gli ultrà che hanno insultato e minacciato giocatore e club "naturalmente amareggiati per quello che hanno visto, nel loro amore per il calcio facciano un passo indietro nella contestazione".
Altrimenti? Beh, la strada è già segnata.

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