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Bologna in lutto, è morto Ezio Pascutti

Il calcio italiano piange la scomparsa del bomber terzo marcatore all-time della storia del club emiliano, che ha vestito anche la maglia della Nazionale in occasione dei Mondiali del 1962 e del 1966.
A cura di Marco Beltrami
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Ezio Pascutti durante i Mondiali del 1966 con la maglia della Nazionale italiana
Ezio Pascutti durante i Mondiali del 1966 con la maglia della Nazionale italiana

Il calcio italiano è in lutto. Si è spento all’età di 79 anni, dopo aver combattuto con una lunga malattia, Ezio Pascutti, indimenticato bomber del Bologna e della Nazionale italiana. E’ stato proprio il club rossoblu a dare la notizia con un breve comunicato divulgato anche sui social. Un ricordo doveroso per un calciatore che ha scritto la storia della società emiliana diventandone anche il terzo marcatore all-time. Questa la nota del Bologna: "È scomparso questa sera all’età di 79 anni Ezio Pascutti, che da tempo era ricoverato in una casa di cura bolognese. Addio Campione. Il Bologna piange uno dei suoi figli più amati, di ogni tempo, e partecipa commosso al dolore della famiglia e di tutti i tifosi rossoblù".

Una vita da calciatore tutta dedicata al Bologna quella di Pascutti, che vi approdò a soli 17 anni nella stagione 1954/1955. Dopo l’esordio a 18 anni iniziò una lunga storia d’amore con i rossoblu durata fino al 1969 collezionando 296 presenze nella massima serie con 130 reti. Mise la sua firma nello storico scudetto del 1964 e nella vittoria della Mitropa Cup. Nella sua carriera anche il record di reti consecutive in campionato, ben 10, infranto nel 1994 da Batistuta. Con la maglia della Nazionale italiana collezionò 17 presenze con 8 gol all’attivo, partecipando ai Mondiali del 1962 e del 1966.

Pascutti viene così descritto nel lungo comunicato celebrativo del Bologna: "Rapido, grezzo, devastante: sui cross che fischiavano strani, o troppo lunghi o troppo difficili, a mezz’altezza, Ezio piombava come un falco, di piede e soprattutto di testa, a costruire splendidi gol e suggestive sculture che i fotografi immortalavano, per la gioia dei tifosi. Non era un virtuoso, non era un drago del dribbling, ma non aveva paura di nulla e il gol l’aveva nel sangue". Dopo il suo ritiro, tentò anche la strada della panchina collezionando esperienze solo nella Vis Pesaro, Baracca Lugo, Sassuolo e Russi, senza però ottenere risultati degni di nota.

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