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Beckham, troppo affetto per il figlio: “Brooklyn si vergogna di me!”

L’ex stella inglese, oggi papà a tempo pieno, ha rivelato in un’intervista televisiva il rapporto particolarmente affettuoso che ha con i suoi figli e, soprattutto, con il maggiore: “Se potessi starei sempre con loro”.
A cura di Alberto Pucci
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Da giocatore fantastico a papà modello, il passo è stato breve per David Beckham. L'ex idolo della tifoseria del Manchester United, che ha lasciato ottimi ricordi anche in Spagna, negli States, a Milano e a Parigi, si è confessato a "Good Morning Britain": talk show televisivo, in onda sull'emittente inglese ITV. Lo "Spice Boy", incalzato sul rapporto con i figli e, in particolare, con il primogenito, ha divertito l'audience britannica svelando alcuni curiosi retroscena: "Brooklyn sta attraversando quella fase adolescenziale in cui non vuole essere accompagnato dai genitori o in cui non vuole che si facciano alcune cose, che io puntualmente faccio – ha spiegato divertito Beckham – Un giorno, mentre lo accompagnavo a scuola, mi ha detto: "Mi puoi lasciare all'angolo?". L'ho accontentato, ma mentre camminava verso la scuola, ho abbassato il finestrino e gli ho urlato: "Ti voglio bene!". Non è stato molto contento. Nonostante la mia fama, sta crescendo come un ragazzo normale con tutti i pregi e i difetti dei suoi coetanei".

Sulle orme del padre – Impegnato nel sociale con l'Unicef e sempre presente per i suoi quattro figli, David Beckham ha ammesso di essere un po' troppo affettuoso ("Io lo bacio ancora, anche prima di entrare in classe!") e di voler stare il più possibile con i suoi ragazzi ("Il tempo trascorso con i miei figli è quello migliore, se potessi starei sempre con loro") e con quelli di tutto il mondo: "Voglio usare il mio nome per aiutare e proteggere i più piccoli – ha continuato Becks – Se dovessero chiedermi qual'è la cosa più bella dell'essere David Beckham, risponderei la possibilità di aiutare i bambini". Brooklyn, che a marzo compirà 16 anni, cresce come gli altri coetanei e, proprio come gli altri suoi compagni di scuola, cerca sempre di trovare il modo per saltare qualche giorno di lezione: "I miei bambini ci provano sempre – ride l'ex giocatore inglese – Cercano sempre di trovare il modo di non andare a scuola. Mio figlio, giocando a calcio, nei giorni scorsi si è fatto male al collo e, dopo la visita dal fisioterapista, la sua prima domanda è stata: "Devo andare a scuola domani?". Al di là dei problemi adolescenziali del figlio, David Beckham ha parlato anche della sua nuova iniziativa con l'Unicef, creata per festeggiare il suo impegno decennale con l'associazione umanitaria: un fondo per aiutare i bambini meno fortunati, che porta il nome "7" come la sua gloriosa maglia dei "Red Devils". Grazie agli aiuti economici che riuscirà a raccogliere, Beckham cercherà di rendere la vita meno difficile ai piccoli di sette (appunto) paesi come Burkina Faso, El Salvador, Papua Nuova Guinea, Swaziland, Djibouti, Serbia e Bangladesh.

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