Zeman, attacco totale: “Gli scudetti della Juve? Allo Stadium non si dovrebbe giocare”
Gli scudetti revocati non andrebbero esposti e allo Juventus Stadium nemmeno si dovrebbe giocare. Parola di Zeman e di un allenatore che non ha mai avuto peli sulla lingua. Che siano i bianconeri oppure la ‘sua' Roma, il boemo non risparmia critiche e affonda il colpo alla sua maniera, prendendo in contropiede l'interlocutore che lo intervista per il Corriere della Sera. E allora capita che il caso Bonucci, simbolo della Juventus finito al Milan, venga definito così: "E' successo qualcosa nello spogliatoio – ammette il tecnico del Pescara -. Di gente che bacia la maglia ne vedo tanta, ma tranne Totti è tutto teatro".
Stoccata alla Roma sulla gestione di Totti
Già, Totti. Il suo pupillo, il campione, il ‘dieci' della Magica, l'ottavo Re di Roma, il simbolo di una generazione di talenti sfornati dal calcio italiano. L'uomo che ha pianto come un bambino dinanzi all'Olimpico commosso per il suo addio al calcio giocato. Quando a Zeman chiede se abbia fatto bene a smettere la replica è tranciante.
Non ha scelto lui, lo hanno fatto smettere, è diverso. Altri hanno deciso che non doveva giocare più, purtroppo.
Un club ‘senza presidente'
Spalletti è volato a Milano, sponda nerazzurra. Sulla panchina della Roma c'è Di Francesco, altro ex calciatore allevato alla corte di Zemanlandia. Al Sassuolo ha mostrato di che pasta è fatto, nella Capitale – dove ha giocato con la maglia giallorossa – può trovare la sua consacrazione.
In Serie A vedo Juventus e Napoli davanti a tutti – ha aggiunto Zeman -. Quanto alla Roma credo possa fare bene se lasceranno lavorare Di Francesco. L'ambiente è molto bello, lo ha detto pure Spalletti. Peccato manchi il presidente, non c'è mai.
La Juve e gli scudetti della discordia esposti
La posizione di Zeman è chiara: il fatto che la Federcalcio consenta ai bianconeri di esporre nel proprio impianto un numero di scudetti diverso rispetto a quelli effettivamente contati (35 per il club torinese, 33 secondo il conto ufficiale della Figc a causa dello scandalo dei Calciopoli) alimenta forti perplessità. E anche in questo caso il boemo non lesina obiezioni.
Una cosa normale sarebbe quella di intervenire e non giocare lì. Da sempre cerco di rispettare le regole e le decisioni degli altri. Quando sono stato squalificato per tre mesi ho accettato senza dire nulla.
La denuncia del doping, zavorra per la carriera
Ha denunciato il doping, l'abuso degli escamotage e degli ‘integratori', è stato attaccato e messo nel mirino. Zeman, però, è rimasto tutto d'un pezzo e poco gli importa che lo abbiano bollato come un perdente.
Ho semplicemente detto che il sistema era sbagliato. Questa faccenda mia ha penalizzato ma non me ne pento. Avevo offerte sia dal Real Madrid che dal Barcellona ma ho deciso di prendere altre strade. Mi basta il fatto che France Football mi abbia inserito tra i 30 allenatori più importanti della storia.