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Zaniolo leader e Pastore a tutto campo, così la Roma di Fonseca dà scacco al Napoli

La Roma vince 2-1 nonostante gli oltre cento passaggi in meno. Il Napoli fa girare il pallone soprattutto in difesa. Mancini si conferma prezioso da centrocampista. I giallorossi sfruttano bene le fasce, Pastore fa da collante conZaniolo e Kluivert. Zielinski, Insigne e Mertens le chiavi del Napoli bello e sfortunato in attacco, poco lucido in difesa.
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La Roma di Fonseca vince lo scontro di filosofie contro il Napoli di Ancelotti. Più verticale, più diretta e meno precisa nel possesso, la Roma sfrutta meglio l'ampiezza nella trequarti offensiva ed espone le difficoltà degli azzurri che impostano a tre ma faticano nelle transizioni. Zaniolo gioca da trascinatore, Pastore si conferma il più inatteso uomo in più capace di cucire gioco e dominare gli spazi di mezzo. Il Napoli attacca molto bene, decisivo il contributo di Mertens e Zielinski che mettono i giallorossi in costante inferiorità numerica sulla fascia destra. La sfortuna non aiuta il Napoli (una traversa e un palo nel primo tempo). Positivo l'impatto di Lozano, entrato nel secondo tempo: suo l'assist per il gol di Milik, che ha tenuto in costante pressione la difesa.

I numeri del match

La Roma chiude con un centinaio di passaggi in meno del Napoli, ma il doppio degli anticipi e due tiri in più. Il Napoli gioca molto da dietro, spiccano gli oltre 80 passaggi completati da Koulibaly, che in 38 occasioni scambia con Manolas e in 40 con Mario Rui. Negli ultimi trenta metri, però, è un recuperato e applaudito Pastore a fare la differenza (12 appoggi precisi sui 19 tentati). Nel Napoli, è essenziale lo sviluppo dell'azione sulla fascia sinistra. Opta certifica questo valore aggiunto con il dato sulle occasioni create: 4 da Insigne, 3 da Mertens.

La Roma pressa alta, il Napoli aspetta

Le due squadre schierano formazioni offensive. La Roma inizia con pazienza a manovrare dal basso con Mancini che si abbassa tra i due centrali per consentire ai terzini di allargarsi. Salgono anche entrambi per dare più opzioni in attacco mentre Zaniolo a destra accompagna nel corridoio interno. In questo modo può anche sfruttare il cambio di gioco verso Kolarov ed esporre la difesa ospite sul lato debole.

Manolas, fischiatissimo dagli ex tifosi della Roma, gestisce l'uscita bassa del Napoli. In queste situazioni si vede la differenza di impostazione tra le due formazioni. La Roma pressa alta, va a creare l'uno contro uno nel confronto con i quattro difensori del Napoli e spesso riesce anche a recuperare velocemente il pallone. Così si creano anche opportunità per "imbucate" e verticalizzazioni, vedi Mancini che pesca Pastore in area per una conclusione alta.

Il Napoli al contrario difende con le linee più basse, aspettando di intercettare il pallone prima di tentare di sorprendere i giallorossi alle spalle del centrocampo. Diventa cruciale, nell'applicazione di questa strategia, un giocatore come Zielinski che può approfittare delle occasioni in cui Mancini non è così rapido nel pressing per saltarlo secco e creare superiorità numerica negli ultimi trenta metri.

La diversa interpretazione della partita di Zaniolo e Mertens
La diversa interpretazione della partita di Zaniolo e Mertens

Zaniolo jolly che stappa la partita

Serve lo spunto individuale di Zaniolo per sbloccare la partita. Ma l'intuizione finale conclude un'azione che innesta i punti forti della Roma nei lati deboli del Napoli. Mancini vede in profondità Spinazzola che brucia Mario Rui in campo aperto. In questo modo gli azzurri, che si piazzano a tre dietro quando impostano, faticano a coprire il campo in larghezza nella transizione negativa. In più, non è facile per i centrocampisti ripiegare, accorciare velocemente e Zaniolo può farsi trovare libero a rimorchio. Per questo Fonseca insiste a chiedere a lui e Kluivert di stringere, di andare a prendere spazio nei corridoi interni tra il terzino e il centrale di riferimento avversario.

Il rigore assegnato al VAR (Callejon ha il braccio attaccato al corpo ma lo porta verso la palla per portarla via) avrebbe potuto trasformare la partita del Napoli in una cronoscalata, ma Meret intuisce le intenzioni di Kolarov, che cambia angolo rispetto alle sue abitudini, e para.

Una delle chiavi del Napoli sta nei diversi movimenti di Ruiz, più regista, e Zielinski, mezzala che apre spazi nei corridoi
Una delle chiavi del Napoli sta nei diversi movimenti di Ruiz, più regista, e Zielinski, mezzala che apre spazi nei corridoi

Zielinski il grimaldello del Napoli

Su calcio da fermo la Roma spreca, e su calcio da fermo rischia. Saltano i blocchi su una punizione da trequarti, Di Lorenzo anticipa sul secondo palo e Smalling salva sulla linea. Il gol subito però sblocca il Napoli. Zielinski è via via più coinvolto nella partita; la squadra si distende con più scioltezza e velocità e mette in difficoltà i giallorossi nella zona di Spinazzola preso in mezzo dalle combinazioni tra Mertens, che gioca molto largo da quella parte, e Insigne. Una di queste verticalizzazioni porta Insigne al tiro di prima che spaventa Pau Lopez.

Le posizioni medie nel primo tempo. Il Napoli (più scuri nell'immagine) porta tre uomini contro Cetin e Spinazzola
Le posizioni medie nel primo tempo. Il Napoli (più scuri nell'immagine) porta tre uomini contro Cetin e Spinazzola

La Roma, improvvisamente più indecisa, ricorre alle palle alte per alleggerire la pressione del Napoli che via via prende campo tra le linee. La difesa giallorossa si abbassa, il centrocampo però non accorcia. Zielinski, Mertens e Insigne prendono in mezzo Spinazzola che non ha aiuti. Da quella parte nascono le azioni che portano al tiro da fuori prima Milik poi lo stesso Insigne poco dopo la mezz'ora.

Il Napoli continua a sfruttare anche le incertezze di Cetin. Lì Mertens fa praticamente quel che vuole, e i giallorossi tremano: la traversa di Milik, che sovrasta Smalling, e il palo di Zielinski in successione dimostra quanto la difesa di Fonseca sia esposta e quanto gli azzurri sappiano portare velocemente molti uomini sopra la linea del pallone.

Secondo tempo: il Napoli si scopre, la Roma raddoppia

Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue in campo e con le stesse intenzioni. Milik si muove per dettare la verticalizzazione da dietro. Ma la combinazione che cambia la partita vede protagonisti Zaniolo e Pastore. Il "Flaco" va ad aumentare la densità nella zona di Zaniolo, che porta fuori Koulibaly e sbilancia la difesa del Napoli. Va in difficoltà Mario Rui, che di mano ferma un cross di Pastore: il secondo rigore della giornata lo batte Veretout e stavolta non sbaglia.

Il Napoli si sbilancia, inevitabilmente, con Ancelotti junior (in panchina per la squalifica del padre) che toglie Callejon per un Lozano ancora in cerca d'autore. La difesa si scopre e Kluivert completa una transizione veloce proprio sul fronte sinistro dell'attacco con un tiro da fuori che rimbalza contro la traversa.

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Ancelotti toglie anche Mertens per Llorente, attaccante più associativo e fisico, che può tornare utile su un campo che sotto la pioggia diventa pesante. La Roma, che per caratteristiche dei singoli fa fatica ad amministrare un possesso palla statico, continua a premere anche su inviti di Fonseca che chiede a Pastore di rimanere alto nel contrastare i due centrali avversari.

La partita, sospesa con apprezzabile decisione da Rocchi per cori di discriminazione razziale, riprende dopo qualche minuto. Il Napoli, quando ne mancano venti alla fine, ha più passaggi completati anche se i giallorossi riescono a portare di più il pallone negli ultimi trenta metri.

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Stavolta però l'ingresso di Lozano incide. Nella sfida diretta con Kolarov, il messicano prende un prezioso vantaggio competitivo al minuto 73 che gli permette di tracciare il cross basso su cui Cetin pasticcia in scivolata. Segna Milik, si riapre la partita.

In difesa però il Napoli non tiene. Impostare a tre toglie ampiezza e quando Zaniolo punta Mario Rui, il terzino tra gli ex della partita non ha tempo per accorciare velocemente. Così, la Roma può puntare la porta. Mario Rui rischia anche di concedere il terzo rigore del pomeriggio. Il brivido dell'espulsione di Cetin e dei sei minuti di recupero allungano l'attesa, ma il finale non cambia la sostanza.

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