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Zaniolo ala moderna, Mancini tra difesa e centrocampo: così la Roma sorprende il Milan

La Roma vince nonostante il 42% di possesso palla. Basta però per avere una superiorità territoriale e per tirare una volta in più. Fonseca lascia libertà a Zaniolo e Mancini, che parte mediano e scala verso la difesa. Il Milan tenta di impostare a tre, ma Conti e Calabria lasciano spazi larghi. Gli errori individuali fanno il resto.
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La Roma aggancia il Cagliari grazie al 2-1 sul Milan. Una vittoria figlia delle intuizioni di Fonseca, che ritaglia ruoli meno definiti per Zaniolo, che parte ala ma gioca più interno per accompagnare Spinazzola, e soprattutto Mancini, mediano che arretra, a pendolo, fra difesa e centrocampo. Fonseca recupera Pastore, diligente ed efficace nelle due fasi, e punisce gli errori del Milan. Errori di posizione, si scopre facilmente proprio nella zona di Spinazzola e Zaniolo, e individuali. Nonostante il 57% di possesso e una maggiore presenza nella trequarti d'attacco, infatti, il Milan vince 9 contrasti a 19 e 3 duelli aerei contro 13. La partita ispirata di Calhanoglu si scontra con una difesa che paga le maglie larghe tra i due centrali e le imperfezioni nella gestione dell'impostazione a tre, perché né Conti né Calabria che si alternano a destra scalano presto come terzo centrale.

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Le formazioni: Mancini a pendolo, il Milan imposta a tre

Pioli sceglie Leao davanti, tiene Piatek in panchina e libera ai suoi lati Suso e Calhanoglu, a cui chiede subito di seguire Zaniolo per portare il primo pressing. Fonseca conferma Mancini a centrocampo con Veretout e chiede a Pastore di fare da raccordo, un po' trequartista e un po' mezzala di possesso. Prima da titolare per Perotti.

Il Milan imposta a tre da dietro e coinvolge tanto i centrali: Musacchio completa 40 passaggi nel primo tempo, Romagnoli 31, più di chiunque altro in campo, avversari compresi: e fra loro se ne scambiano 25. Theo Hernandez si alza costantemente quando i rossoneri manovrano, ma si segnala anche per i sei palloni recuperati nel primo tempo. La Roma però si mostra scoperta negli spazi di mezzo su entrambe le fasce. Prima Smalling si perde, un po' indeciso, sul tacco di Suso che libera al tiro Leao. Poi a sinistra sul filtrante per lo scatto di Paquetà che segna, ma in fuorigioco.

Le posizioni medie nel primo tempo. Nella Roma 8celeste) si nota come Mancini (23) sia a metà tra centrocampista e terzo centrale. Nel Milan, Conti non stringe, i due centrali si aprono e Dzeko può godere di spazi di libertà. Sulle fasce, le posizioni non garantiscono equilibrio
Le posizioni medie nel primo tempo. Nella Roma 8celeste) si nota come Mancini (23) sia a metà tra centrocampista e terzo centrale. Nel Milan, Conti non stringe, i due centrali si aprono e Dzeko può godere di spazi di libertà. Sulle fasce, le posizioni non garantiscono equilibrio

Calhanoglu e Paquetà trequartisti nel primo tempo

Due segnali di una squadra con poca compattezza verticale, con i terzini che non riescono a salire e ad accorciare verso il centrocampo. In quella zona, dal lato di Kolarov (5 passaggi verso la trequarti offensiva fino all'intervallo) il Milan porta Suso come quarto a destra nella linea di centrocampo in fase di possesso e Paquetà si accentra con Calhanoglu (5 tocchi verso gli ultimi 30 metri nei primi 45 minuti come Kessie) da trequartista aggiunto alle spalle di Leao. Si compone una sorta di 3-4-2-1 che consente alla squadra di Pioli di creare più combinazioni sulle fasce e portare più uomini ad accompagnare l'azione all'interno.

Non a caso Fonseca chiede anche ai due mediani di tenersi anche più larghi per facilitare il recupero del pallone. Veretout si sposta sul centro-sinistra dove, se Perotti non rientra, il Milan può creare superiorità tra il centrocampo e la trequarti e andare a puntare in velocità la difesa giallorossa. Mancini dimostra una particolare attitudine, invece, per questo ruolo ibrido, un po' come Emre Can che così fu decisivo nella rimonta della Juve di Allegri l'anno scorso in Champions League contro l'Atletico Madrid, pronto a scalare sul centro-destra tra il centrocampo e la difesa.

Per lunghi tratti del primo tempo, la squadra di Fonseca si abbassa, si comprime nella sua trequarti. E da lì diventa più difficile risalire il campo palla al piede, motivo per cui anche Dzeko viene incontro, si abbassa molto e svuota ulteriormente la zona centrale negli ultimi venti metri durante le elaborate transizioni della Roma.

I passaggi nel primo tempo: il Milan prova a giocare più sulle fasce e nei corridoi interni
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Spinazzola e Zaniolo le armi della Roma, il Milan sbaglia troppo

I lampi della Roma arrivano quando Spinazzola riesce a saltare la prima linea di pressing e ad esporre il Milan alle spalle di Calhanoglu. A destra, è il terzino a garantire l'ampiezza quando la squadra si distende, per questo Zaniolo va ad occupare una posizione più interna, intermedia con l'obiettivo di occupare l'half-space. Ma non in maniera statica, come invece spesso fa rendendo la strategia meno efficace. Fonseca da lì lo vorrebbe scattante, pronto a sorprendere i difensori, a inserirsi senza palla proprio partendo in una zona dalla quale può tener d'occhio una porzione di campo più estesa e dunque percepire i movimenti dei compagni e i contro-movimenti degli avversari.

E' proprio Zaniolo a creare dalla distanza la prima occasione per la Roma, nella prima effettiva situazione in cui riesce a sfruttare il vantaggio competitivo dalla sua posizione in assenza di un ripiegamento energico di Biglia. Il tiro da fuori, parato da Donnarumma, è uno squillo che lancia un finale di primo tempo a ritmi accelerati. Sul calcio d'angolo successivo Mancini di spalla riesce in una sponda verso il secondo palo, il Milan che marca a uomo si è stretto a protezione della porta ma Kessie si perde Dzeko. Il bosniaco segna il suo primo gol a san Siro contro il Milan, che rischia poco dopo sempre su una verticalizzazione nel settore di centro-destra dell'attacco della Roma: Donnarumma frustra Pastore, poco freddo su primo controllo e conclusione.

Zaniolo e Calhanoglu: il confronto. Il turco gioca più a tutto campo, Zaniolo resta più nel corridoio di centro destra
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Il Milan pareggia ma restano gli errori individuali

Il secondo tempo si apre con un gran pericolo per il Milan, ancora su calcio d'angolo. Di nuovo Kessie si perde l'uomo sul secondo palo, stavolta è Smalling che arriva da dietro e stacca, fuori. Entra Calabria per Conti, Fonseca toglie Perotti che evidentemente ha energie limitate per Antonucci. Ma sono le energie della squadra a mancare nell'azione che porta al pareggio il Milan. Al di là della deviazione di Smalling sul tiro di Hernandez, i rossoneri costruiscono l'occasione del gol muovendo velocemente il pallone da destra e trovando così l'uomo libero sul lato debole mentre la difesa avversaria non scorre con la stessa velocità per andare a chiudere le linee di passaggio.

La Roma però non cambia atteggiamento. Non pressa alto, cerca di indirizzare però l'uscita del pallone da parte dei difensori del Milan. E i rossoneri si scoprono ancora vulnerabili sulla fascia destra in difesa e stavolta per un errore tecnico individuale: Calabria regala il pallone a Dzeko che fa filtrare per Zaniolo, inutile la scivolata alla disperata di Musacchio. Sono due gli errori difensivi del Milan che portano al tiro la Roma nei 90 minuti, otto le perdite di possesso certificate dai dati Opta, due in più della Roma.

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Entra Piatek, Pioli cambia modulo

Pioli allora mette dentro anche Piatek per Paquetà, con Leao che si defila e il modulo che vira verso un 4-2-3-1 che diventa 4-3-3 nell'alternanza fra le due fasi di gioco. La Roma copre, Spinazzola si fa male e Fonseca, con Florenzi e Santon che si scaldano e restano perplessi, sceglie di far debuttare in A Cetin e piazzarlo a destra a sfidare Leao. L Roma vince il triplo dei duelli aerei, e probabilmente anche il fattore fisico può aver pesato nella decisione del tecnico.

I passaggi di Roma e Milan nei 90 minuti all'Olimpico
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La Roma, però, su un fallo laterale per gli avversari si addormenta e lascia a Piatek la possibilità di ispirare Calhanoglu che si muove da centravanti ma tira sull'esterno della rete. E' una costante dei giallorossi, che faticano a coprire bene il campo a basso ritmo, quando provano ad amministrare e ripiegare all'indietro. Gli ultimi brividi, creati ancora da Calhanoglu, non cambiano il punteggio. La Roma vince con un calcio più diretto e una maggiore occupazione della metà campo avversaria nonostante il minor possesso palla. Il Milan resta preda delle sue stesse paure.

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