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Wilshere contro Januzaj: “Non sei inglese anche se vivi e giochi in Inghilterra”

Il centrocampista dell’Arsenal si schiera contro la possibile convocazione del giovane talento del Manchester, nato in Belgio da genitori kosovo-albanesi, finito nel mirino del CT Hodgson e del tecnico dell’Under21 Southgate.
A cura di Alessio Pediglieri
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Adnan Januzaj

Adnan Januzaj è il nome nuovo del calcio internazionale. Salito all'onore della cronaca con la maglia del Manchester United, capace di infilare con una doppietta personale il Sunderland lo scorso 5 ottobre 2013 portando i Red Devils alla vittoria e scacciando i fantasmi della contestazione alla squadra di Moyes. Adesso, attorno a questo 18enne dalle doti del campione già blindato dallo United con un pronto rinnovo di contratto, proprio in Inghilterra sta montando la polemica tra chi lo vorrebbe in Nazionale e chi invece lo considera a tutti gli effetti, semplicemente un giocatore straniero e come tale non degno di vestire la maglia dei Leoni Albionici. Anche se ne avrebbe titolo e diritto perchè Adnan Januzaj è figlio esemplare dell'attuale società multietnica e – calcisticamente parlando – complice la giovanissima età, non ha ancora risposto alla convocazione di alcuna Selezione.

Un fenomeno transnazionale – Un fenomenoJanuzaj nasce a Bruxelles, in Belgio, nel 1995 ma vive e gioca in Inghilterra in modo stabile. Non solo: suo padre è di origini kosovare, lamamma è albanese. Insomma, il giovane Adnan è figlio di questa Europa sempre più multietnica, esemplare perfetto di un mix di razze e culture che ne fanno un ragazzo che potrebbe vantare con diritto ben quattro nazionalità differenti. Anche se attualmente ha il solo passaporto (e nazionalità) belga. Da qui, la preclusione di alcuni colleghi inglesi nei confronti del piccolo fenomeno scoperto da Moyes. Lo stesso che ai tempi dell'Everton, tirò fuori dal cilindro un certo Wayne Rooney, lui sì inglese doc, poi divenuto idolo di un intero Paese. Adesso, l'intuizione è caduta su questo ragazzino dalle qualità indiscusse che sta catalizzando le attenzioni del calcio internazionale.

L'interesse dei CT – Januzaj ha già rifiutato in passato alcune chiamate nell'Under20 belga. La sua volontà è quella di rispettare le radici familiari, pronto a vestire la maglia della Nazionale albanese. Ma in queste ore, anche lui avrà avuto più di un dubbio e di una incertezza di fronte all'interesse manifesto dei selezionatori dell'Inghilterra, sia nella Nazionale maggiore che nelle Selezioni di categoria. Roy Hodgson ha paventato l'idea di chiamarlo, lo stesso ha fatto Gareth Southgate Ct dell'Under21 inglese. Il tema è il medesimo: non perdere un talento naturale che potrebbe essere elemento aggiunto di prima qualità. Dopotutto Januzaj e la famiglia vivono in Inghilterra da sempre e non ci sarebbero nemmeno problemi per chiedere la doppia nazionalità.

Discriminazione territoriale – Il problema è un altro. Se da un alto i tecnici dal loro punto di vista sono concordi nella convocazione, c'è già chi è sceso in campo in una battaglia di ‘discriminazione razziale e territoriale' (per usare termini mai così attuali nel nostro calcio), ricordando come il giovane Adnan è tutto fuorchè un "inglese". A Dirlo senza mezzi termini è stato Jack Wilshere, centrocampista dell'Arsenal e della Nazionale albionica. "Vivere per cinque anni in Inghilterra non fa di te un inglese" ha detto il giocatore: "Se vado a vivere in Spagna per 5 anni non divento spagnolo. Dobbiamo ricordare chi siamo, siamo inglesi, marchiamo duro e siamo difficili da battere. Abbiamo un grande carattere. Se pensi alla Spagna pensi alla tecnica ma se pensi all'Inghilterra pensi al coraggio e al gioco duro, non dobbiamo dimenticarlo. Gli unici che possono giocare per l'Inghilterra sono gli inglesi". Frasi dure e crude, ai limiti del razzismo contro ‘naturalizzati' e ‘oriundi' laddove vi sono tantissimi esempi vecchi e nuovi di giocatori inseriti senza alcun problema all'interno del giro della Nazionale. Non a caso, nell'Under 21 sono già presenti Raheem Sterling del Liverpool (nato in Giamaica), l'ivoriano Wilfried Zaha del Manchester United e Saido Berahino del West Bromwich Albion (nativo del Burundi) ma in Inghilterra all'età di 10 anni.

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