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Weah: “Questi calciatori non sono da Milan, li caccerei tutti”. Ma è un fake

L’ex attaccante del Milan, Weah, sfoga su Twitter la delusione per la brutta sconfitta in Champions. Poi precisa: “Quelle parole non sono mie”.
A cura di Maurizio De Santis
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George Weah sfoga su Twitter rabbia e delusione per la sconfitta e la prestazione del Milan in Champions League. Calma e sangue freddo perché s'è rivelato tutto fasullo. A postare pre sia stato il falso George Weah perché quello vero, in carne e ossa, s'è poi affrettato a smentire di aver mai attaccato il club e i calciatori. Una bufala? Sì, anche se le parole usate dall'altro Weah (il fake) erano state pesantissime e per questo apprezzate dal popolo di tifosi ancora scottati da un'annata finora fallimentare.

Cosa aveva detto il falso Weah? Travolta dall'Atletico Madrid (4-1), la squadra di Seedorf ha toccato il punto più basso della stagione con l'eliminazione dall'Europa. Un trend di rendimento mortificante per uno dei club più titolati al mondo e che ha provocato la reazione furente dell'ex attaccante liberiano: difende lavoro e scelte di Clarence Seedorf, attacca i calciatori – accusati di pensare solo ai soldi e al successo – e dà ragione a Boban (che lui chiama ‘zvo') quando parla di un gruppo non all'altezza della storia e della tradizione sportiva della società. "Ora basta è il momento di finirla – afferma Weah nei post pubblicati sul proprio account ufficiale -. Questo Milan è scandaloso, mi dispiace davvero ma io cambierei tutta la squadra e comincerei da zero. So già che se la prenderanno con Seedorf ma la colpa non è di scelte tattiche o di formazioni sbagliate. Sono i giocatori che hanno la testa nei piedi e piedi in testa".

L'accusa di Weah ai calciatori del Milan. "Sono triste molto triste per questo grande momento di crisi. Che ci fate lì se non riuscite a venirne fuori! Fate una cosa andate a casa perché siete più bravi a giocare alla PS4. Scusatemi ma dovevo dire tutte queste cose perché sono stato giocatore del Milan e grazie a loro ho vinto un Pallone d'Oro e con loro sono diventato Weah. Il Milan come il Monaco sono la mia casa, la mia famiglia e un figlio difende sempre la sua famiglia". 

Più ‘fighetti' che professionisti. Weah quasi trasecola quando esprime un giudizio sull'atteggiamento degli attuali componenti della rosa. "Il mio migliore amico è sempre stato solo il pallone. Mangiavo con il pallone, dormivo con il pallone. Non pensavo ad altro. Né al denaro, né al lusso. Pur essendo un professionista e facendo tanti gol non prendevo tanti soldi ma non m'importava. Adesso capisco le parole di zvo, ha ragione lui: i ragazzi di oggi non sono come noi, non hanno fatto gli stessi sacrifici".

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