Weah ci ritenta: l’ex Milan prova ancora a diventare il presidente della Liberia
Quello di diventare il nuovo presidente della Liberia, è ormai diventato un chiodo fisso per George Weah. L'ex attaccante del Milan, oggi 49enne e politico a tempo pieno (è senatore e leader del partito da lui stesso fondato), ha dichiarato di volersi ancora candidare per le prossime elezioni presidenziali del suo paese. Una decisione già presa in passato, quando venne sconfitto nel 2005 al ballottaggio contro Ellen Johnson-Sirleaf, che l'indimenticato bomber rossonero ha deciso di riprendere in occasione del voto per il Governo liberiano. Senza paura, esattamente come quando scendeva in campo a San Siro, George Weah non si è fatto cosi condizionare dalle precedenti esperienze politiche finite male e ha dunque deciso di riprovarci undici anni dopo la sua prima candidatura: "Il mondo deve sapere che sono una brava persona – ha dichiarato ad "Africanews" – Ho fatto tanto per l'Africa e posso fare ancora di più se coinvolto direttamente nel governo dello Stato".
Papa presidente, figlio baby campione
I suoi attuali rivali, non sono arcigni difensori ma cinici politici: pronti a tutto per screditare il suo lavoro e gettare fango sul suo nome. A complicare ulteriormente i piani di George Weah, è anche arrivato un rapporto dell'Institute for Research and Democratic Empowerment liberiano, che ha rivelato un comportamento poco partecipativo dello stesso ex giocatore per il dibattito sulle leggi che si è svolto durante gli ultimi lavori al Senato. In attesa di poter brindare alla sua elezione, il "Re Leone" del Milan di Capello e Zaccheroni (allenatori con i quali ha vinto i due scudetti italiani) si sta godendo l'incredibile ascesa del figlio Timothy, che a 15 anni gioca con gli Under 17 del Paris Saint-Germain e vede la porta come pochi: "Ha grandi qualità, ma il talento non basta – dichiarò papà George qualche mese fa – Per sfondare nel calcio bisogna lavorare duro".