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Weah, 50 anni e un cruccio: “Che tristezza il mio Milan così”

L’ex-campione rossonero festeggia i cinquant’anni e ricorda il suo Milan: “Eravamo fortissimi, mai vista una squadra così forte”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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George Weah compie cinquant'anni: ed un pensiero, per "Re George", non poteva essere che per il suo Milan, ormai un pallido ricordo di quello che vinceva sui campi di tante altre squadre in Italia ed in Europa. Quattro anni e mezzo in maglia rossonera, con 147 presenze e 58 reti, vincendo anche due scudetti: il liberiano fu anche il primo non europeo a vincere il Pallone d'Oro, nel primo anno in rossonero che coincideva anche con "l'apertura" ai calciatori non europei.

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Per i rossoneri, la Pantera Nera è il simbolo del grande Milan di quegli anni, a cui mancò solo il successo europeo per consacrarsi definitivamente. E così a riguardare quel Milan, rispetto a quello di adesso, viene un po' il magone. Anche allo stesso Weah. "Ho visto qualche partita e in effetti non è stata una soddisfazione", ha spiegato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, "però il Milan è il Milan, spero che ogni cosa funzioni. Non va bene che la gente allo stadio sia triste".

Altri tempi, i suoi. "Quel mio Milan, quello dei due Scudetti, era fortissimo. Mai vista una squadra così". Tra le sue perle, un gol meraviglioso segnato al Verona: il liberiano partì dalla propria metà campo, scartò tutti ed andò in porta. Per molti, uno dei più belli mai visti in Serie A. "Sì, ho anche segnato quel gol partendo da lontanissimo contro il Verona", ricorda Weah, "e devo dire che l'Italia mi manca". Adesso la speranza rossonera è "made in China": la nuova proprietà dovrà risollevare la squadra che da qualche anno ristagna: "Se possono fare una grande squadra, perché no? Con il Paris Saint-Germain è stato uguale, per comprare i campioni servono soldi". Nel frattempo, sta esplodendo il figlio Timothy, nel Paris Saint-Germain Primavera. "Ringrazio Dio per questo fantastico giocatore che è mio figlio. Spero che cresca bene, umile, e diventi molto più forte di me".

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