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Wada, la Russia agli Europei 2020 come “squadra neutrale”

L’agenzia antidoping mondiale ha confermato che la nazionale di calcio russa potrà partecipare agli Europei del 2020 su “base neutrale”, come ai Giochi Olimpici. La squadra di Stanislav Čerčesov è stata sorteggiata nel gruppo B con Belgio, Danimarca e Finlandia e giocherà le prime due gare a San Pietroburgo mentre per l’ultima si sposterà a Copenaghen.
A cura di Vito Lamorte
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Quali sono le conseguenze dell'estromissione per quattro anni da tutte le principali competizioni sportive internazionali per la Russia? Quella di vedere la nazionale di calcio della Russia partecipare agli Europei del 2020 e ai Mondiali del 2022 non sotto la propria bandiera ma solo "su base neutrale". A dichiararlo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Tass, è stato il presidente del Comitato di controllo della conformità dell'agenzia antidoping mondiale Jonathan Taylor. Proprio come succederà per i Giochi Olimpici, anche i calciatori russi saranno costretti a giocare sotto una bandiera neutrale nell'evento organizzato dalla Fifa e che vedrà la sua fase finale disputarsi in Qatar nel 2022.

La nazionale russa, dunque, potrà scendere in campo su "base neutrale" e competere in occasione del torneo continentale che prenderà il via il 12 giugno e si disputerà in 12 città europee, tra cui San Pietroburgo, per celebrale i 60 anni dalla nascita del torneo.

Il girone della Russia agli Europei 2020

La nazionale russa è stata sorteggiata nel gruppo B con Belgio, Danimarca e Finlandia. Dall'urna di Bucarest dello scorso 30 novembre la Russia di Stanislav Čerčesov sono uscite tre rivali molto difficili da affrontare e giocherà le prime due gare a San Pietroburgo mentre per l'ultima si sposterà a Copenaghen.

Russia bandita per 4 anni da tutte le competizioni sportive

Quattro anni di stop per la Russia bandita da tutti i principali eventi sportivi dall'Agenzia mondiale antidoping. La decisione è stata presa all'unanimità dal Comitato esecutivo della Wada riunitasi stamane a Losanna, che ha confermato le accuse di falsificazione dei dati di laboratorio sui test degli atleti (consegnati all'epoca agli investigatori), attraverso l'inserimento di prove non autentiche con la cancellazione di file che avrebbero permesso di risalire ai nomi dei possibili dopati. Il provvedimento è stato ufficializzato prima da un portavoce dell'Agenzia e poi dalla stampa russa che ha confermato la stangata.

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