“Volevamo rapire Gianfranco Zola”, il racconto choc di Fabrizio Maiello
Un piano terribile, che per fortuna non si è concretizzato. Gianfranco Zola, ex stella di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari e della Nazionale, ha rischiato seriamente di essere rapito nel 1994 quando militava nella formazione ducale. Una banda di malviventi infatti aveva infatti pensato di chiedere per lui un riscatto miliardario all'allora patron del Parma Tanzi. A rivelare il tutto ci ha pensato un'ex promessa del Monza, Fabrizio Maiello che ha alle spalle un passato di detenzione in carcere e nell'ospedale psichiatrico giudiziario.
Chi è Fabrizio Maiello e i retroscena del piano per rapire Gianfranco Zola nel 1994
Fabrizio Maiello, ex promessa delle Giovanili del Monza, con alle spalle un lungo passato dietro le sbarre e nell'ospedale psichiatrico giudiziario ha raccontato una storia terribile, nel corso di un intervista al sito gianlucadimarzio.com. Il 56enne ha rivelato di aver ideato con una banda un piano per un rapimento di Gianfranco Zola, ex giocatore della nazionale e di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari e attuale allenatore (reduce dall'esperienza come secondo di Sarri a Londra). Un sequestro lampo ideato per chiedere poi il riscatto all'allora proprietario del club ducale in cui militava il calciatore, Callisto Tanzi.
Perché la banda di Maiello voleva rapire Zola
Tutto è avvenuto nel 1994. Maiello dopo avere conosciuto all'Opg di Reggio Emila Marcello Colafigli, il "Bufalo" della banda della Magliana fugge e inizia a pensare al rapimento di Gianfranco Zola. Questo il suo racconto: "In quel periodo ero latitante ero con altre persone, tutte appassionate di calcio. Giravamo tutta l'Italia e siamo andati a vedere qualche allenamento del Parma. Zola in quel periodo era il giocatore più rappresentativo della società. Ci era venuta questa idea: un rapimento lampo di 24-48 ore per richiedere il riscatto a Tanzi. Ci sembrava una bella opportunità".
La gentilezza di Zola fece saltare il piano del rapimento
E Maiello ha svelato anche i dettagli del progetto che fortunatamente non si è concretizzato, anche grazie alla "disponibilità" di Zola: "Lo seguivamo con due macchine per speronarlo in strada e farlo salire su un'altra vettura. Lo stavamo seguendo quando si è fermato ad un distributore di benzina. Siamo scesi anche noi, volevamo aspettarlo. Gianfranco però ci è venuto incontro, sorrideva e ci ha chiesto se volessimo un autografo. E' in quel momento che ho pensato ‘ma cosa sto facendo? Ma lasciamo stare' – svela Maiello – Abbiamo scambiato due parole, gli ho detto che ero un tifoso del Napoli e gli ho chiesto un autografo". Fortunatamente dunque Zola non è stato rapito, anche se in extremis l'ex calciatore ha capito che c'era qualcosa che non andava. Magic Box ha notato infatti un tatuaggio sulla mano di Maiello: "Ho inciso sulla pelle i cinque punti della malavita, non un tatuaggio come un altro". A quel punto il talento del Parma e della Nazionale è andato via in tutta fretta. Maiello lo ha seguito per qualche chilometro e, nonostante l'invito dei suoi compagni a speronarlo con l'auto, l'ha salutato e l'ha lasciato andare