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Violenza morale, perché il contratto di Donnarumma col Milan può essere annullato

Il caso del contratto di Donnarumma. La clausola di rescissione non è mai stata depositata in Lega: giocatore e agente non l’hanno sottoscritta. Il calciatore avrebbe subito ‘pressioni psicologiche’ tali da non renderlo sereno al momento della firma a sarebbe pronto ad appellarsi alla violenza morale che costituisce un vizio del consenso e ai sensi dell’articolo 1435 del codice civile determina l’annullabilità del contratto.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Milan credeva di aver archiviato il caso ‘Gianluigi Donnarumma' nell'estate scorsa quando a metà luglio – dopo un lungo tira e molla sulla trattativa – il portiere, 18 anni, firmò il rinnovo del contratto fino a giugno del 2021. Tra le cose formali comprese nell'accordo c'erano anche un aumento dello stipendio fino a 5.5 milioni di euro netti a stagione più bonus e l'ingaggio del fratello, Antonio, anche lui estremo difensore (27 anni, prelevato dall'Asteras Tripoli, ingaggio da 1 milione all'anno).

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E vissero felici e contenti? Niente affatto, perché le cose sono andate diversamente dal lieto fine delle favole. E l'aspetto legale ha preso il sopravvento finanche su quello sportivo. Sicché quell'accordo è rimasto in essere ma senza la clausola rescissoria che prevedeva due condizioni risolutive differenti: 40 milioni di euro in caso di mancato approdo del Milan alla prossima edizione della Champions League, 70 milioni in caso di promozione in Europa dei rossoneri.

La (presunta) violenza morale. Che fine ha fatto la clausola? Non è stata depositata in Lega dal Milan perché la controparte non l'ha sottoscritta come rivelato dal Corriere della Sera che racconta altri retroscena sulla vicenda. E' questo l'appiglio legale che l'agente del calciatore, Mino Raiola, vorrebbe far valere per annullare quell'intesa viziata da una sorta di ‘violenza morale' avvenuta nel momento della sottoscrizione del nuovo rinnovo. Insomma, secondo la tesi riportata, Donnarumma avrebbe subito ‘pressioni psicologiche' ma al momento della firma non sarebbe stato sereno. Cosa gli avrebbe impedito di mettere nero su bianco con animo tranquillo? L'assenza del procuratore e l'abbandono della stanza dell'avvocato Rigo (consulente di Raiola) per protesta.

Cosa può accadere: il vizio del consenso, annullamento del contratto. Se questa tesi troverà fondamento e verrà dimostrata allora il contratto sottoscritto a luglio scorso da Donnarumma è passibile di annullamento: la violenza morale che costituisce un vizio del consenso e ai sensi dell'articolo 1435 del codice civile determina l'annullabilità del contratto. E sarebbe questo l'intento dell'entourage del calciatore che senza il rinnovo avrebbe visto scadere il proprio accordo col Milan a giugno del 2018. E, dovesse avere un seguito legale la strategia (al momento non è stata ancora istruita una causa), Raiola potrebbe portare via Donnarumma a parametro zero contrattando successivamente con il miglior offerente.

Che sia il Psg oppure il Real Madrid, poco importa, considerato che la realtà dei fatti (in caso di stangata Uefa e mancato accesso alla Champions il Milan dovrà rivedere il proprio mercato e i propri conti) potrebbe presto spingere il club a cessioni eccellenti. E quella di Donnarumma – calciatore seguito da top club – è una della candidature.

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