Violenza in Argentina: arbitro ‘cacciato’, aggredito e picchiato a sangue

Nel bagno dello spogliatoio riservato alla terna arbitrale c'è sangue ovunque. Il direttore di gara siede, stremato, quasi privo di sensi per le botte prese, su uno sgabello e ha la testa appoggiata contro il muro. E' stordito, ha lo sguardo perso nel vuoto. Ansima, ha la bocca aperta: è l'unico modo che ha per respirare. Il naso è tumefatto per i colpi ricevuti. Sul viso, sulle braccia e sulle gambe sono evidenti i segni dell'aggressione: graffi, lividure e un paio di tagli profondi.
Tutto vero. L'immagine orribile arriva dall'Argentina e fa il giro della Rete in poco tempo, testimonianza diretta della follia di teppisti che durante una partita del campionato Federal B (l'equivalente della quarta serie italiana) hanno fatto invasione di campo e scatenato la caccia al ‘fischietto'.
Direttore di gara e assistenti, nessuno è stato risparmiato. Nemmeno l'intervento delle forze dell'ordine – abbastanza blando, a giudicare dai video circolati sul web che hanno suscitato polemiche – è bastato a dissuadere i facinorosi. Accade tutto nel giro di pochi attimi: si giocano i quarti di finale tra Juventud de Pergamino e Independiente de Chivilcoy, gli ospiti sono in vantaggio per 1-0 al 45′ del secondo tempo, è allora che i sostenitori della Juventud si lanciano sul terreno di gioco e scatenano la caccia alla terna arbitrale. Inutile il tentativo di fuga: direttore di gara e assistenti vengono circondati, inseguiti, braccati, malmenati.
Impossibile sfuggire alla furia dei tifosi. Bruno Amiconi (l'arbitro), Marcelo Acosta e Mauricio Luna (gli assistenti) sono i nomi degli arbitri che hanno rischiato la vita e le cui immagini hanno destato scalpore in Argentina per la violenza dell'aggressione subita. Trasportati in ospedale, sono stati medicati e tenuti sotto stretta osservazione in evidente stato di shock.