Vincenzo Grifo debutta con l’ltalia, indossa la 10 che fu di Rivera e Baggio
L’amichevole tra Italia e Stati Uniti chiuderà il 2018 degli azzurri, un’annata ovviamente complicata figlia della mancata qualificazione al Mondiale. Roberto Mancini nella sfida che si giocherà in Belgio lancerà alcuni giovani incluso Vincenzo Grifo, che avrà l’onore e il piacere di indossare la maglia numero 10, lasciata libera da Insigne. La scelta del c.t. è stata sorprendente, perché c’era chi pensava toccasse a Berardi o a Verratti, che già l’ha avuta, e invece il venticinquenne dell’Hoffenheim se esordirà lo farà con una delle maglie più ambite.

I grandi numeri 10 della Nazionale
E si perché la maglia numero 10 è da sempre una di quelle più desiderate, è quella che ogni ragazzino sogna di indossare, è la maglia di chi ha fantasia, ha classe, di chi decide le partite con una giocata meravigliosa o con un gol che passa alla storia, tutte caratteristiche che hanno avuto tanti grandi numeri 10 dell’Italia. In testa ovviamente Gianni Rivera, uno dei miti del calcio italiano. La 10 era la maglia anche del grande Roberto Baggio e l’hanno avuta anche Totti, Del Piero, Antognoni e Pirlo.

Da De Rossi a Benetti gli insospettabili numeri 10 dell’Italia
Ma la maglia numero 10 l’hanno avuta sulle spalle anche calciatori insospettabili. Negli anni ’90 è stata portata da Demetrio Albertini, da Roberto Di Matteo, mentre in epoca più recente è toccato anche a Balotelli, Daniele De Rossi e Verratti. Mentre hanno indossato la maglia numero 10 per un motivo particolare anche Nicola Berti, a Italia ’90, Salvatore Bagni, a Messico ’86, Beppe Dossena nel Mundial dell’82 e Romeo Benetti, nel Mondiale del ’78.

Il criterio alfabetico e i numeri 10 atipici dell’Italia
Nei Mondiali del 1978, del 1982, del 1986 e del 1990 i calciatori dell’Italia, i giocatori di movimento a scaglioni ricevevano il numero in base all’ordine alfabetico. Oggi sempre preistoria del calcio, pura, ma un tempo, nemmeno tanto lontano era così. A Italia ’90 Vicini convocò sette difensori che presero i numeri dal 2 all’8 (Maldini prese il 7!), a scalare andavano i centrocampisti il 9 toccò a Carlo Ancelotti, il 10 a Berti, due giocatori che vedevano anche la porta ma non erano certo dei bomber. Così gli attaccanti ebbero tutti numeri ‘alti’ dal 17 al 21. Ciò accadde anche nei tre Mondiali precedenti. Per questo Pablito nell’82 ebbe la 20, divenuta poi mitica. In Spagna il vero 10 era Antognoni, che però giocò con la maglia numero 9. Mentre nel ’78 Romeo Benetti, un centrocampista che mordeva le caviglie, e segnava anche gol pesanti, si ritrovò con la maglia numero 10.