Video Youtube: Juventus – Liverpool 1-0, la tragedia di Heysel
Il 29 Maggio del 1985 resta e resterà per sempre la data della tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Poco importa se quel giorno la Juventus salì sul tetto d'Europa. Poco importa se il rigore di Platini trasformò tutto in una farsa. Poco importa se i giocatori realmente sapessero di quel che era accaduto nel pre-partita. Ciò che davvero conta sono i 39 morti che quell'orribile e ignobile e surreale giorno si porterà per sempre sulla coscienza.
Stadio Heysel, Bruxelles, Juventus e Liverpool si giocavano la 30esima Coppa dei Campioni messa in palio dall'UEFA. La Vecchia Signora arrivava in Belgio senza mai averne vinta una, i reds l'avevano conquistata proprio l'anno prima ai danni della Roma di Falcao. Era la Juventus di Boniek e Paltini, di Tardelli e Cabrini, di Scirea e Bonini. Era la Juventus di Giovanni Trapattoni.
Erano gli anni del fenomeno Hooligans. Gli anni degli Ultras inglesi, dei famigerati tifosi che già l'anno prima aveva messo sotto sopra Roma. A Bruxelles, doveva essere tutto organizzato. Non ci sarebbero dovuti essere problemi. La sicurezza era stata studiata e preparata da molto prima e invece…
Uno stadio stracolmo non lasciava lo spazio nemmeno per uno spillo. Gli Juventini, tutt'altro che Ultrà, furono dislocati nel settore N, mentre altri italiani, lontani dagli stereotipi della "Curva", furono relegati nel settore Z, nella curva opposta a quella assegnata al tifo organizzato della Vecchia Signora. Quel giorno gli Hooligans trovarono dei fedeli compagni, gli Headhunter di Chelsea cui vennero assegnati i settori vicini a quelli della curva nord, quella dei torinesi per intenderci.
Gli inglesi, prima del fischio d'inizio, iniziarono il loro ignobile spettacolo e tenterano di prendere possesso della Curva Nord. I tifosi juventini: padri, bambini, persone "normali" accorse per vedere trionfare la propria squadra in Europa, furono costretti a ripiegare verso il muro divisorio con il terreno di gioco, che non reggendo la pressione, crollò inesorabilmente. Alcuni caddero nel vuoto, altri furono calpestati dal fuggi fuggi generale. 39 morti questo fu il vero verdetto della finale di Coppa dei Campioni del 29 Maggio 1985.
Nonostante tutto, i giocatori, che dopo la gara dichiararono di non esser stati informti sulla reale gravità della situazione, scesero regolarmente in campo e disputarono il match. In un clima agghiacciante, la Juve vinse la sua prima Coppa dei Campioni, grazie ad un rigore inesistente trasformato da Platini. Era il 57′ della ripresa, il francese s'impossessò della sfera a centrocampo e con un lancio millimetrico servì Boniek che in corsa superò due difensori. Gillespie, due metri prima dell'area di rigore, lo spinge e il polacco vola al tappeto. Un rigore insesistente, che l'arbitro decise di concedere lo stesso. Platinì andò sul dischetto e spiazzò il portiere dei reds. Un rigore assurdo trasformò tutto in una farsa che si concretizzò sempre più quando Bonini stende in the box il suo avversario, ma questa volta il direttore di gara non concede il più evidente dei rigori. In molti pensarono che la partita fu pilotata verso gli juventini dall'arbitro, ma tutto questo conta poco…tutto questo in quest'occasione non ha alcuna rilevanza perchè quella Coppa, forse, non sarebbe dovuto essere alzata da nessuno!
Davide Pecchia