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Verratti: “Il mio sogno è tornare in Italia. Zeman, grande allenatore”

Ibrahimovic l’ha definito un talento, ma il calcio italiano no ha creduto in lui. Prandelli l’ha convocato in Nazionale a 19 anni, adesso è un tassello del Psg.
A cura di Maurizio De Santis
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l'ex del pescara verratti

Verratti o Verrattì, questione d'accenti che il calcio italiano ha perso assieme alla fuga di talenti. E quello di Marco, cristallo di boemia nella bacheca dello sceicco del Paris Saint Germain, è il rimpianto più grande per Juventus, Inter e Napoli. Avrebbero potuto prenderlo, ma non ci hanno creduto. Anzi, è stato proprio il procuratore, Donato Campli, ad aver rivelato i retroscena delle trattative mancate, fallite, sottovalutate con i club della nostra Serie A. Le clausole sui diritti d'immagine di Aurelio De Laurentiis non gli sono piaciute e la perplessità mostrata dai bianconeri è stata anche peggio. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette… si dicevano, ma lontano dall'Italia. E lui se n'è andato.

Per adesso credo di aver fatto la scelta giusta – così racconta ai microfoni della Rai -, gioco in una squadra di campioni, non so se in Italia avrei fatto meglio ma il mio sogno è quello di tornare a giocare nel mio Paese.

Al Psg sta bene, gioca in un grande club ed è circondato da campioni. Ma quando gli parli di Zeman tutto cambia.

Il mister mi ha dato tantissimo, ha dato fiducia a me e a tutti noi giovani, abbiamo fatto una stagione fantastica e il risultato ci ha dato ragione.

Non è così per De Rossi, che col boemo ha un rapporto conflittuale.

Questo non lo so, so che De Rossi è un giocatore che farebbe la fortuna di qualsiasi squadra, non capisco come mai non stia giocando. Il mister ha un sistema diverso, lui ti fa lavorare tantissimo, l'anno con lui è stato un anno pieno di sofferenze, ma di grandi soddisfazioni, è un grande tecnico, adatto per una grande squadra.

Convocato per la prima volta in Nazionale da Prandelli nel maggio del 2012 (esordio in con l'Inghilterra a 19 anni), a 20 arriva sotto la Torre.

Giocare in una squadra con campioni del calibro di Ibrahimovic, Lavezzi, Thiago Silva e Pastore è un'emozione fortissima, si imparano ogni giorno tante cose. E il campionato francese è di ottimo livello, sta crescendo, presto potrebbe diventare come quello italiano.

Ibra dice di lui che ha talento da vendere, in Italia però non ha trovato fiducia incondizionata

Per molte squadre il problema era l'altezza, è la prima cosa che guardano appena arrivi ai provini all'età di 13 o 14 anni. Il fatto di essere piccolini però ha anche dei vantaggi, basta pensare per esempio a Cannavaro o a Giovinco, la modesta statura è stata la loro fortuna.

Da un ragazzo che ha la testa a posto a un altro talento italiano conosciuto più per i colpi di testa che di classe. Ecco cosa dice di Balotelli.

Non so come mai lo descrivono così, io lo conosco e trovo che sia una persona timida e riservata, un ragazzo che sta molto sulle sue.

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