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Verona si gode Salcedo, piccolo bomber pronto a prendersi un posto nell’Inter del futuro

Ha esordito con il Genoa a poco più di 15 anni d’età, in Serie A superando campioni come Totti, Maldini e Pirlo, grazie all’allenatore di quel tempo in rossoblù: Juric. Lo stesso che oggi a Verona lo fa giocare con continuità. In attesa di poter giocare nell’Inter che verrà, magari insieme ad un altro baby boom: Esposito.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine è arrivato anche il primo gol in Serie A: Eddie Salcedo ha festeggiato con il Verona la rete che gli consegna la prima esultanza a poco più di 18 anni e in attesa di poter tornare in casa Madre, l'Inter, club che ne detiene il cartellino e dal quale il giovane attaccante ha sempre ricevuto forti attestati di stima. Il gol è arrivato nel match contro il Brescia, nel difficile fine settimana di Verona  tra le polemiche seguite ai cori razzisti nei confronti di Mario Balotelli.

E' un predestinato del calcio che conta, il giovane Salcedo nato a Genova ma che ha nei propri geni anche sangue africano e doppia nazionalità che nel calcio diventa valore aggiunto a chi ha già dimostrato di valere tutti gli investimenti compiuti in passato e nel presente. Sia da parte dell'Inter che lo ha cresciuto, sia al Verona che lo ha voluto e grazie a Juric inserito in un contesto in cui sta dando buone risposte.

Talento precoce, più di Pirlo e Totti

Dopotutto Salcedo ha già superato a suo modo grandi campioni del passato del calcio italiano, bruciando le tappe ed esordendo in Serie A fa giovanissimo. Prima di Andrea Pirlo (16 anni e 2 giorni), meglio anche di Francesco Totti (16 anni e 182 giorni) e Paolo Maldini (16 anni e 208 giorni) con i suoi 15 anni e 323 giorni in un Sassuolo-Genoa del 2017.

Da Juric a Juric

Da allora, passi da gigante: l'interesse dell'Inter, l'acquisto e l'apprendistato in Primavera, quindi la scelta estiva di lasciarlo andare a crescere subito e senza indugio laddove vi sia possibilità di giocare e mettersi in mostra, come a Verona. Dove Salcedo entra subito nelle grazie di Juric che lo fa giocare e con cui acquisisce fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Perché fu proprio Juric in rossoblù a dargli quei primi minuti in carriera: "Mi sgrida, ma gli voglio un gran bene. Ha sempre avuto fiducia in me, fin da quando mi ha fatto esordire a 15 anni. Gli devo molto"

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