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Veron torna in campo con i colori dell’Estrella: a 41 anni

La Brujita che vinse in Italia con le maglie del Parma, della Lazio e dell’Inter ha deciso di stupire tutti. Già presidente dell’Estudiantes de La Plata, ha deciso di tornare a indossare gli scarpini con i colori dell’Estrella de Berisso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tornare a giocare a 41 anni: cose da Brujita, da Juan Sebastian Veron che a discapito dell'età che avanza inesorabile, scende ancora in campo, maglietta e scarpette per sfidare i più giovani. Il centrocampista argentino lo aveva detto, e così è stato: con l'Estrella de Berisso, per affrontare il San Lorenzo de Villa Castells. Il presidente dell'Estudiantes (carica che ricopre dal 2014)  ha così deciso di deliziare ancora una volta i suoi grandi estimatori, in attesa di rivederlo magari anche al gol.

L’ex numero 23 biancoceleste che con la maglia della Lazio fu uno dei protagonisti del secondo scudetto capitolino, tornerà ad indossare ancora una volta gli scarpini da gioco con l’Estrella de Berisso. La strega è pronta ancora una volta ad illuminare il gioco dei suoi compagni di squadra. Il match è previsto  contro il San Lorenzo de Villa Castells con un piccolo posticipo visto che la partita è stata rinviata per maltempo.

L'avventura di Veron nel calcio internazionale iniziò nel 1993 quando lasciò gli studi per iniziare la sua avventura, firmando per l'Estudiantes, la squadra della sua vita. Con gli argentini la Brujita disputa 3 stagioni per poi passare qualche mese al Boca Jr fino all'intuizione di Eriksson che lo porta nel 1996 alla Sampdoria.

Con i blucerchiati non vincerà nulla ma è il viatico per altri allori: 4 Coppe Italia con Parma, Lazio e Inter (2), 2 Supercoppa italiane (Lazio e Inter), 2 scudetti (Lazio e Inter), prima di ritornare in Argentina. Ovviamente la firma arriva per l'Estudiantes de la Plata, la squadra d'origine. E ritrova la voglia di giocare e vincere: nel 2008 e nel 2009 viene nominato quale giocatore dell'anno in Sudamerica. Poi dal 2013, torna all'Estudiantes da dirigente: prima come direttore sportivo, poi come presidente. Fino all'ultima scesa in campo.

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