Velocità, tecnica, qualità e Salah: Klopp dà una lezione a Di Francesco
Una sconfitta pesante e incredibilmente dolorosa, potrebbe aver segnato in maniera definitiva il viaggio della Roma verso la finale di Champions League di Kiev. L'incredibile vittoria del Liverpool, arrivata dopo un buon inizio giallorosso, ha infatti dimostrato la straordinaria condizione psicofisica degli inglesi e l'incredibile momento di Mohamed Salah: autore di una partita pazzesca che potrebbe candidarlo seriamente alla corsa per il prossimo Pallone d'Oro. Al di là della bravura degli uomini di Klopp (che ha dimostrato di essere un allenatore di un altro pianeta), è stata però la stessa Roma a complicarsi maledettamente la vita.
Se con il Barcellona tutti gli applausi sono andati a lui, questa volta sul banco degli imputati non può non finire Eusebio Di Francesco. Il tecnico romanista, sceso in campo con un 3-4-1-2, ha letto la situazione con colpevole ritardo e ha protetto la corsia destra solo dopo l'ennesima scorribanda di Salah: imprendibile per Juan Jesus e Kolarov. L'azzardo non ha dunque pagato, anzi. Il pesante passivo è un macigno, che la Roma potrebbe togliersi dalle spalle solo con un'altra serata perfetta come quella già vissuta con il Barcellona. Il problema è che questo Liverpool non è la sbiadita squadra blaugrana annientata all'Olimpico: è molto meglio.
Mamma mia Salah
"La Roma non è in semifinale per caso". Con le parole di Jurgen Klopp ancora nelle orecchie, i Reds hanno cominciato la partita con troppo timore e timidezza. La squadra inglese ha infatti aspettato e lasciato giocare la squadra di Di Francesco, che ne ha approfittato con personalità e pericolosità. I primi venti minuti dei giallorossi sono stati all'altezza della situazione: squadra corta, aggressiva e sempre pronta a raddoppiare sugli attaccanti. Un ottimo inizio che ha portato alla clamorosa traversa di Kolarov: arrivata pochi secondi dopo l'infortunio di Chamberlain.
Quando tutti i tifosi romanisti arrivati ad Anfield Road pensavano alla possibile impresa, il Liverpool ha improvvisamente cambiato marcia e ha fatto scattare l'allarme nell'area di Alisson con due gigantesche occasioni per Manè. Gli errori dell'attaccante hanno avuto un effetto devastante sul match. La Roma ha cominciato a prendere paura e ad allungarsi, la squadra di Klopp si è invece esaltata negli spazi lasciati da De Rossi e compagni. I due stupendi gol in dieci minuti dell'ex Salah, divisi da una traversa colta da Lovren, sono stati l'epilogo inevitabile di un finale di tempo dominato da un Liverpool dagli strappi in velocità davvero impressionanti.
Liverpool scatenato
La scelta di giocare con la difesa a tre, non è stata dunque una buona idea contro la velocità degli avanti con la maglietta rossa. Nonostante i grandi problemi, ad inizio ripresa Di Francesco ha preferito rinforzare l'attacco (dentro Schick al posto di Under) senza puntellare le due corsie, specialmente quella di destra da dove è nato il terzo gol di Manè: innescato dal solito scatto bruciante di Salah in campo aperto. L'egiziano ha confermato di essere, in questo momento, imprendibile come e più di Cristiano Ronaldo. Oltre ai gol, l'ex giallorosso è stato decisivo anche con il secondo assist consecutivo: quello del poker di Firmino.
Con la Roma sulle gambe e rintronata dalla furia agonistica dei Reds, la partita ha preso una piega davvero dolorosa. Il quinto sigillo di Firmino è arrivato sugli sviluppi di un corner e prima dell'uscita di scena di Salah: applaudito da tutto Anfield in estasi totale per l'egiziano. La sostituzione di Klopp ha però tolto pericolosità ai suoi e ridato vita all'avversario. Negli ultimi dieci minuti c'è stato così il ritorno della Roma, che ha saputo accorciare con Edin Dzeko e Diego Perotti. Il risultato finale di 5 a 2 porta dunque gli inglesi a vedere la finale di Kiev. Per ribaltare il pronostico, alla Roma servirà un altro miracolo calcistico nel ritorno della prossima settimana allo stadio Olimpico.