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Vedova Raciti: “Arcidiacono deve scusarsi con i miei figli”

Daspo di 3 anni al calciatore del Cosenza che ha mostrato la maglietta recante la scritta “Speziale è innocente”. Speziale è stato condannato in via definitiva in Cassazione per omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, avvenuto nel 2007 in occasione del derby tra Palermo e Catania.
A cura di Maurizio De Santis
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la vedova raciti al funerale

La risposta da parte delle Istituzioni è stata immediata. Quella maglietta mostrata dal calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, recante la scritta "Speziale è innocente" è stata punita severamente: il Questore di Catanzaro, Guido Marino ha emesso un Daspo che impone all'attaccante rossoblù di stare lontano dagli stadi per tre anni. Per festeggiare un gol in serie D aveva esibito quella maglietta personalizzata per solidarietà con Antonino Speziale, condannato in via definitiva (la Cassazione ha deciso così il 14 novembre scorso) per omicidio preterintenzionale dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti, in occasione del derby col Palermo del 2 febbraio 2007. Domenica prossima, invece, è in calendario l'ennesimo big match tra rosanero ed etnei.

Sono contenta per il Daspo emesso dal questore di Catanzaro nei suoi confronti. Con quella maglietta ha offeso i miei figli. Gli chieda scusa: perchè non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono più pronunciare la parola papà? E dire che in questi anni non l'ho mai visto in tribunale, a chiedere verità e giustizia.

Così Marisa Grasso, la vedova di Filippo Raciti, ha commentato ai microfoni di Radio 24 il provvedimento emesso nei confronti del calciatore.

Il Daspo è nato dopo l'omicidio di mio marito – sottolinea Marisa Grasso – e sono contenta per la decisione della questura di Catanzaro. Spero anzi che anche la questura di Catania emetta dei Daspo nei confronti di quegli ultrà etnei che ancora domenica scorsa hanno esposto striscioni e cantato cori offensivi della memoria di mio marito.

Quella scritta "Speziale innocente" è stato un brutto colpo, vederla esibita per un'esultanza è stato anche peggio.

Sono rimasta sbigottita e addolorata, poi sono andata a cercarmi altre foto sul web. io questo Arcidiacono non l'ho mai visto a un'udienza in tribunale in tutti questi anni, a chiedere insieme a me verità e giustizia. Con quella maglietta ha offeso non solo me e mio marito e la mia famiglia, ma l'intera società civile.

Lo sfogo della vedova Raciti si conclude con amarezza.

E' un uomo di sport, viene da un ambiente in cui i valori umani dovrebbero essere ben chiari, la cosa fondamentale da trasmettere ai giovani. Che dirgli di piu' dopo un gesto così? Da lui mi aspetto solo le scuse, soprattutto per i miei figli. Perché non solidarizza con loro, che da quel 2 febbraio 2007 non hanno più il padre, non pronunciano più la parola papà?

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