Vardy: “No ai soldi, sì al cuore. Così ho deciso di restare al Leicester”
Si può dire di no a tanti soldi? Sì. Esiste ancora la riconoscenza anche in un mondo, come quello del calcio, oggi dominato dal ‘dio denaro'? Sì, esiste ancora. E' possibile che i sentimenti e la coscienza prendano il sopravvento sulle tentazioni di assegni milionari e palcoscenici che promettono fama e scintillio di riflettori? Sì, è possibile. Vardy, l'operaio divenuto bomber, l'uomo che era precipitato in fondo al bicchiere e poi finito nei guai con la legge fino a portare il braccialetto elettronico nemmeno fosse un feroce criminale, ha scelto di restare al Leicester. A Londra, sponda Arsenal, erano pronti a coprirlo d'oro pur di portarlo alla corte di Wenger. Sembrava tutto fatto, poi quel ‘matto' di Vardy cambiò idea.

Cannoniere in Premier, pedina della nazionale a Euro 2016 e soprattutto obiettivo di mercato: Jamie s'è sottratto a tutto questo e ha deciso di dedicare se stesso, le proprie energie alla prossima sfida che lo attende tra le fila delle Foxes: l'anno scorso sorprese tutti e mise in testa la corona del campionato di Sua Maestà, adesso ci sono la Champions e un'annata da onorare nel migliore dei modi, considerato che confermarsi è sempre la cosa più difficile.
Sento che c'è ancora tanto lavoro da fare qui – ha ammesso nell'intervista ai microfoni di Sky Sports -. Ho sempre detto a tutti, soprattutto ai miei compagni che per me il legame creato qui è incredibile. Il club vuole andare avanti ed io voglio esserne parte. Restare qui? Non è stata una decisione difficile, anzi è stato piuttosto facile.
Il suo ‘gemello del gol', Mahrez, pure è seguito con insistenza dai Gunners: non c'è clausola risolutiva, se arriva un'offerta vantaggiosa può andar via. Al compagno di squadra, Vardy lancia un messaggio molto chiaro, quasi un appello a pensarci bene prima di prendere una decisione: "Tutta la squadra vorrebbe rimanesse qui, ma sta a lui e al club decidere".