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Van Gaal, addio al calcio: “Mia moglie è la priorità e l’Ajax può vincere la Champions”

Louis Van Gaal ha alzato nel 1995 la Champions League con l’Ajax (vittoria 1-0 sul Milan) ed è sicuro che ciò possa accadere di nuovo dopo l’impresa del Bernabeu: “Ma io non tornerò in panchina: mia moglie Truus ha smesso di lavorare a 22 anni per seguirmi in giro per il mondo, ora mi dedico a lei”
A cura di Alessio Pediglieri
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Prima la consorte, poi il resto. Anche se (colpevolmente) in ritardo sulle promesse fate, Louis Van Gaal ha deciso che la moglie Truus ha la priorità su tutto il resto, anche  – e soprattutto – sul mondo del pallone e sulla carriera professionale dell'allenatore olandese. Così, all'età di 67 anni è arrivata l'ufficialità dell'addio al pallone, per dedicarsi alla vita privata.

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Il tutto, in diretta televisiva, durante una conosciutissima trasmissione olandese, "VTBL" contenitore calcistico in programma su RTL. A tre anni dall'ultima panchina, che risale al 2016 al Manchester United, Louis Van Gaal non allenerà più. Confermando anche l'aver declinato l'ultima proposta, da parte del Feyenoord.

La promessa alla moglie

Il 67enne allenatore olandese ha spiegato in diretta tv di voler passare più tempo con sua moglie Truus: "Così come i miei giocatori dell'epoca, anche mia moglie ha il diritto di vivere con Louis Van Gaal. Ha smesso di lavorare 22 anni fa per accompagnarmi all'estero. Gli dissi che mi sarei ritirato all'età di 55 anni. Ora ne ho 65. Non posso continuare ancora…".

Nessun ripensamento per  l'ex mister di Barcellona e Bayern Monaco, con una breve esperienza da ct degli Orange e soprattutto vincitore della Champions League nel 1995 sulla panchina dell'Ajax (1-0 in finale sul Milan), l'ultima Coppa targata Olanda.

L'Ajax ancora sul tetto d'Europa

E proprio sulla Champions League attuale, Van Gaal ha anche affermato di credere nelle possibilità dell'attuale Ajax, nella sua storia già quattro volte vincitore della Champions (1971, 1972, 1973, 1995), di alzare la Coppa al cielo il prossimo 1° giugno. Una convinzione figlia della lezione impartita al Real Madrid (4-1) al Santiago Bernabeu, nella gara di ritorno degli ottavi della massima competizione continentale, dopo aver ribaltato il risultato dell'andata.

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