Valore della rosa e costo effettivo, le migliori 5 del campionato
Il mondo del calciomercato è un pianeta imprevedibile, affascinante e ricco di colpi di scena. Allo stesso tempo, è uno dei “corpi celesti” nell'immensa galassia del pallone che, con valutazioni, numeri, cifre e libri contabili, si avvicina ad una scienza perfetta e, col quale, si può giudicare con precisione la gestione di un club. Analizziamo quindi le compagini che hanno operato meglio con un valore di mercato nettamente superiore al costo effettivo della rosa.
Ottimi investimenti e competenza: Roma prima
Al primo posto di questa particolare classifica che si basa sull’esplicita differenza fra il costo effettivo dei componenti della rosa ed il loro attuale valore di mercato, troviamo la Roma. La compagine giallorossa, infatti, ha avuto fortuna in queste ultime stagioni pescando, spesso e volentieri a prezzi sostenibili, ragazzi che ora crescono, diventano sempre più affidabili e contribuiscono al successo della Roma. Questa strategia ha portato il più alto differenziale della Serie A (circa 136 milioni di euro) fra i 138 milioni di euro effettivamente investiti per mettere insieme l’attuale roster ed i 275 milioni e spiccioli del valore corrente di mercato.
Napoli il valore della rosa cresce del 41%
Il Napoli di De Laurentiis, uno che, per intenderci, gestisce al meglio i suoi affari, ha messo insieme un po’ come la Roma un bel “patrimonio umano” con tanti ragazzi di belle speranze che stanno facendo lievitare la spesa iniziale d’acquisto. Al di là del coefficiente differenziale già prodotto (131 milioni di euro), da Milik a Zielinski, da Diawara a Hysaj, passando per Rog questo scarto, nei prossimi anni, potrebbe accrescersi maggiormente dando il senso del corretto investimento effettuato dal Napoli su questi giovani (età media all’acquisto 24,3 anni) "terribili", insomma, la via, per gli azzurri, è già tracciata.
47 milioni spesi e valutazione altissima in Viola
I viola di Della Valle si posizionano sul terzo gradino del podio con una caratteristica davvero particolare: fra i top club la Fiorentina è quella che ha pagato meno i suoi calciatori con un costo di soli 47,6 milioni di euro. Basti pensare all’esplosione di Bernardeschi, agli affari Astori, Kalinic (5,5 milioni) e Ilicic, o ai giovani Babacar e Vecino, per comprendere la portata del progetto toscano e la capacità dei dirigenti che si sono succeduti negli ultimi anni di approntare un calcio bello, spettacolare, vincente ma, soprattutto, sostenibile.
Soldi investiti e buon differenziale: Juventus quarta
Ai piedi del podio troviamo la Juventus del direttore generale Marotta che al miglior valore di mercato assoluto (444 milioni di euro) della Serie A lega l’eccessivo costo complessivo della rosa (358 milioni). Una differenza questa che, se da un lato “avvalora” la tesi della maggior qualità media in rosa da parte della Juventus, dall’altro certifica l’enorme sforzo economico effettuato per allestire una rosa di tutto rispetto. Eppure, nonostante queste somme investite, la “Vecchia Signora” è quarta in A per differenziale con 85 milioni di euro ed un apprezzamento della rosa del 19,3% in soli 5 mesi di stagione.
Inter: “vincente” sul mercato, deludente in campo
L’Inter, ora del gruppo asiatico Suning, presenta quasi gli stessi “sintomi” della Juve con un mercato salato ed un valore effettivo di mercato altrettanto alto. I nerazzurri, infatti, sono secondi, dietro ai bianconeri, sia per costo della rosa che per valore della stessa. Una caratteristica che unisce, nei disegni delle compravendite dei calciatori, i due club e che, allo stesso tempo, ne rivelano la loro grandezza, la rispettiva ambizione. Analogie molto simili che non si stanno riflettendo sul terreno di gioco ma che, almeno sul mercato, si stanno ripetendo con un differenziale positivo anche per l’Inter a quota 84 milioni di euro ed un aumento del valore della rosa del 25%.