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Uruguay-Olanda semifinali mondiali 2010: Gli Orange volano a Johannesburg.

Non c’è che dire, i numeri dei tulipani mettono davvero i brividi. Dieci vittorie in dieci uscite e tanti, tanti saluti alla compagine di Tabarez che per buoni 70′ aveva messo la museruola agli uomini più rappresentativi di Van Marwijk.
A cura di davide
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SOUTH AFRICA SOCCER FIFA WORLD CUP 2010

CAPE TOWN. Vola l'Olanda, vola a Johannesburg e pianta la sua bandiera alle porte del Soccer City Stadium, stadio che per una notte si consacrerà come il tempio del calcio. Una finale made in Europe che vedrà due compagini pronte a darsi battaglia per un sogno di gloria e che passerà agli annali come la prima finale vinta da una squadra europea fuori dai propri confini.

Per l'Olanda è la terza finale della sua storia, dopo quelle perse nel  1974 e nel 1978, conseguita dopo una marcia che ha il sapore della cavalcata. Una corazzata imbattibile, che ha seminato un Uruguay comunque  d' applausi considerato il traguardo conseguito. Per gli uomini di Tabarez resta l'ultimo spettacolo a Porth Elizabeth, dove si giocherà l'ultimo gradino del podio contro la perdente tra Germania e Spagna.

Il primo tempo non è da brividi anzi, ma nonostante tutto, è contornato da due gol davvero da "notti magiche". Il gol di Van Bronckhorst è di quelli da vedere e rivedere perchè il sinistro del capitano dell'Olanda, scagliato davvero da una distanza siderale leva le ragnatele dall'incrocio lasciando a bocca aperta tutti i presenti al Green Point Stadium e non solo. Il secondo è meno bello del primo, ma non meno coraggioso. Marchio di fabbrica neanche a dirlo, è di Diego Forlan anche se sulla sua conclusione Stekelenburg non è per nulla privo di colpe. Il primo tempo si chiude anche tra qualche nervosismo di troppo soprattutto quando Caceres colpisce, involontariamente, De Zuuw al volto in tentativo di sforbiciata. Sneijder interpreta male il gesto e corre a dir la sua al terzino dei Celeste. Irmatov ha un pò da fare ma riesce a sedare gli animi.

Nella ripresa l'Olanda ingrana la marcia e spinge il piede sull'accelleratore. Van Der Vaart preleva De Zuuw e così, trazione anteriore per gli uomini di Van Marwijk. Van Der Vaart fa le prove generali e impegna Muslera, ma sulla sua conclusione l'estremo difensore laziale si distende chiudendogli lo specchio della porta. Sulla ribattutta si avventa Robben ma la palla finisce in tribuna per la gioia di qualche tifoso. Poco dopo Sneijder con un colpo da biliardo riporta in vantaggio i suoi. La sua conclusione carambolata tra vari difensori uruguaiani s'insacca alle spalle di Muslera ingannato forse da un tentativo di deviazione di Van Persie in presunto fuorigioco. L'Uruguay è alle corde e Robben rifila il colpo di grazia qualche minuto dopo. Kuyt disegna la traiettoria perfetta, la palla, manco fosse telecomandata, arriva sulla testa del numero 11 olandese che trova l'angolino alle spalle del portiere. Sembrerebbe la fine di ogni emozione, soprattutto quando Tabarez sembra deporre le armi togliendo Forlan, ma Alvaro Perreira a un minuto dalla fine accorcia di nuovo. Gli ultimi giri di lancette si giocano nell'area di rigore dei tulipani ma l'assedio non porta alla conquista del forte. Si spengono così le luci al Green Point Stadium e a luci spente partono i sogni di gloria degli olandesi.

Davide Pecchia

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