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Urla, smorfie, pugni al cielo: la mimica ‘agghiacciande’ di Conte (foto)

Contro la Norvegia gli Azzurri vincono e convincono. In panchina il CT della Nazionale vive una partita tutta personale, tra richiami ai giocatori, urla, salti di gioia e di disperazione. Come se allenasse l’Italia da sempre.
A cura di Alessio Pediglieri
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La vittoria dell'Italia contro la Norvegia porta la firma indiscutibile di Antonio Conte. L'uomo della svolta, l'allenatore capace di dare un getto di spugna totale alla passata gestione in qualche settimana. Vincendo, convincendo, mai snaturando la propria passione verso il calcio e gli uomini che allena e mai venendo meno ai suoi principi: praticità, aggressività, dinamismo in campo. E il consueto show personale in panchina. Con tanta voglia di sdrammatizzare e calare la tensione di un debutto andato alla perfezione, con un aggettivo che oramai lo accompagna da tempo, tanto da essere ‘sdoganato' nel gergo calcistico: "agghiacciante". Quella stessa parola che venne pronunciata dal tecnico con spiccato accento pugliese in una situazione tutt'altro che piacevole, quando venne condannato e squalificato per il calcioscommesse. Ma che oggi acquista un significato positivo, quasi catartico per il tecnico che in panchina ha dato il ‘peggio' di sè tra urla, smorfie e una mimica unica. ‘Agghiacciande', appunto.

La genesi – 23 agosto 2012: la conferenza stampa dopo la condanna per il calcioscommesse

Sono passati due anni e tanta acqua è passata sotto i ponti del calcio. Da allora, Antonio Conte ha vinto altri due scudetti con la Juventus e oggi si ritrova Commissario Tecnico della Nazionale. Era il 23 agosto del 2012 e il tecnico pugliese tenne una conferenza stampa infuocata a Vinovo il giorno dopo la sentenza di secondo grado della Corte di Giustizia Federale che aveva confermato i suoi 10 mesi di squalifica – poi ridotti a 4 – per "omessa denuncia" nell'ambio del terzo filone di inchieste sul calcioscommesse. Fu in quell'occasione che nel pieno della sua rabbia fino a quel momento repressa, Conte sbottò con un "agghiacciande" che da lì in poi divenne suo compagno di viaggio inseparabile. Nel bene e nel male perché simbolo indiscusso di indimenticabili parodie e ironie ma anche marchio di fabbrica genuino di un uomo che al di là dei ruoli che ha ricoperto è rimasto legato alle proprie origini e al proprio carattere.

Lo sdoganamento – 19 agosto 2014: la conferenza da CT e l'ironia dei giornalisti

Un aggettivo che era già tornato alla ‘ribalta' in occasione della prima conferenza stampa di Conte da CT azzurro. In quell'occasione, lo scorso 19 agosto, il giornalista di Repubblica, Maurizio Crosetti, aveva rivolto al nuovo commissario tecnico tre domande "scomode": la squalifica ricevuta nel 2012, la possibile ingerenza degli sponsor che pagano – in parte – il suo stipendio e il numero di scudetti della Juventus con un ficcante: "Sono 30 come sostiene la Federazione che la stipendia o 32 come calcola la Juve?". Antonio Conte, prima di rispondere, aveva sorriso incassando l'uno-due del giornalista e aveva rispolverato il termine/tormentone di due anni fa: "Sono tre domande agghiaccianti, potevi farmene solo una".

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