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United-Arsenal si infiamma, Mou attacca Wenger: “C’è chi non vince da 18 anni…”

Lo Special One scalda così la partita contro l’eterno rivale e scaccia le critiche su un suo possibile ripensamento verso la causa United: “Sono dove voglio essere”. Sul caso-Rooney: “In quel momento era con l’Inghilterra. Non interferisco, nel bene e nel male”.
A cura di Vito Lamorte
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Quella tra Manchester United e Arsenal non sarà mai una partita come le altre in Inghilterra e, non bastasse ciò, si ritrovano di fronte José Mourinho e Arsene Wenger, due che "amici" non lo sono mai stati. Il portoghese non sta vivendo un grande periodo allo United dopo il buon inizio mentre il manager dell'Arsenal è terzo in classifica, a pari punti con il Manchester City. Ad infiammare la vigilia della gara di Old Trafford ci ha pensato, come al solito, lo Special One attaccando Wenger:

"Nella Premier League, solamente nella Premier League, domani è la sfida tra i manager con i risultati migliori da quando Sir Alex Ferguson non c'è più. Stiamo parlando di 6 o 7 titoli tra i due. Io ne ho tre, Wenger ne ha tre o quattro, non so. Significa che meritiamo rispetto. Wenger lo riceve sempre, ma io non penso di riceverlo. Il mio ultimo titolo risale a 18 mesi fa, non 18 anni fa, ma non percepisco il rispetto".

Sicuramente Mou avrà giocato sul numero 18 e per questo ha imputato l'ultima vittoria in Premier al suo avversario a molta più distanza di quella reale ma è una strategia comunicativa: l'ultimo campionato vinto da Wenger è quello della stagione 2003/2004, quando i giocatori dell'Arsenal vennero soprannominati The Invicibles.

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Il portoghese scaccia le chiacchiere di chi lo vede insoddisfatto della situazione al Manchester United: "Ho ottimi risultati: ho vinto 9 campionati, e voglio la quarta Premier. Sono al club in cui voglio essere, è semplice". Dopo aver tirato la sua stoccata usuale, José da Setùbal torna a parlare della rivalità col tecnico dell'Arsenal:

"I miei risultati contro Wenger non sono importanti. Non gioco io contro altri allenatori, è la mia squadra che gioca contro le squadre di altri tecnici. Ogni partita è una cosa a sé, isolata da ciò che è successo prima e ciò che succederà dopo. Non parlo di risultati individuali. I risultati di un allenatore dipendono da quelli della squadra".

Conclude il suo incontro con la stampa parlando del caso che ha messo in cattiva luce Wayne Rooney negli ultimi giorni:

"Negli ultimi 2-3 giorni non è successo niente. Si è allenato e vuole giocare. È pronto. Non commento quello che è successo con la nazionale. In quel momento era con l'Inghilterra. Non interferisco, nel bene e nel male. Qualche volta i giocatori tornano più forti dalla nazionale, altre volte meno per via di frustrazione o infortuni. Sappiamo cosa è andato male, ma fino a marzo è un capitolo chiuso".

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