Un pisolino di 100 minuti, il segreto di Ancelotti per arrivare lucido in panchina
Cento minuti, poco meno di due ore per schiacciare un pisolino. E' l'escamotage (o il segreto che dir si voglia) che Carlo Ancelotti adotta per arrivare riposato al momento della partita, lucido abbastanza da prendere le scelte migliori durante il match. Al ‘Santiago Bernabeu', nello stadio che lo ha osannato per la conquista della ‘decima', avrà bisogno della massima concentrazione per battere il suo discepolo (Zidane gli ha fatto da secondo nell'esperienza alla ‘casa blanca') sulla scacchiera tattica e portare a casa la qualificazione. Le ‘merengues' partono con un leggero vantaggio (2-1, vittoria all'Allianz Arena) ma al cospetto del Bayern Monaco nemmeno CR7 può sentirsi tranquillo.
La forza dei nervi distesi. E' il marchio di fabbrica di ‘Carletto'. Eccezion fatta per il dito medio mostrato ai tifosi dell'Hertha Berlino ("è vero, l'ho fatto ma mi sputavano addosso"), in pochissime occasioni il tecnico ha sbottato in panchina. Anzi, l'atteggiamento paterno e di grande diplomazia, l'autorevolezza prima dell'autorità, lo hanno aiutato a tenere in pugno anche spogliatoi di campioni difficili da gestire. La controprova? Pochi giorni fa Ribery venne sostituito e non gradì il cambio: uscì dal campo bofonchiando qualcosa, con un'espressione corrucciata. Ancelotti gli andò incontro, lo abbracciò, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e poi gli dette un bacio sulla guancia… evidentemente, il sonno porta consiglio e deve fargli davvero così bene come raccontato dal quotidiano sportivo ‘As'.
Pennichella dopo pranzo. E' un rituale al quale il tecnico italiano non rinuncia per alcuna ragione: 100 minuti di riposo dopo pasto prima di affrontare una qualsiasi partita in serata. Una tabella personalissima rispetto ai 26 minuti che invece vengono raccomandati dalla Nasa, possibilmente tra le 14 e le 16.