Ultrà della Roma: “Dolore per Ciro Esposito, non rinneghiamo De Santis nostro fratello”
Dolore per Ciro Esposito, solidarietà per Daniele De Santis. Il tifoso del Napoli (morto dopo il grave ferimento avvenuto prima della finale di Coppa Italia) e l'ex capo ultrà della Roma che gli avrebbe sparato: questione di sfumature, richiamo del proprio sangue (inteso come fedeltà ai colori giallorossi) tutto si mescola in quel pomeriggio di ordinaria follia accaduto lo scorso 3 maggio in viale Tor di Quinto, lungo la bretella di asfalto verso l'Olimpico. Tutto si mescola perché "la morte non ha colori, né bandiere". Tutto si mescola nel giorno delle esequie tra rabbia, lacrime, vendetta e le parole dello zio di Ciro: "Nessuno usi il suo nome per commettere atti violenza". Per la parte più calda dei sostenitori romanisti "la Curva Sud rimane e rimarrà sempre al fianco di un suo figlio – si legge in un comunicato dei supporters in riferimento a ‘Gastone' e pubblicato sul sito asromaultras.org – . Non rinnegheremo mai un nostro fratello, giusto o sbagliato che sia, questo ci ha insegnato la vita, questo ci ha insegnato la strada. Rimaniamo comunque colpiti e addolorati dal tragico epilogo di questa brutta vicenda e ci stringiamo al dolore della famiglia di Ciro Esposito. La morte non ha colori né bandiere".
Non tutti i tifosi della Roma, però, hanno gradito il senso delle affermazioni: c'è stato anche chi, commentando quella nota nei forum giallorossi – ha voluto prendere le distanze dai gruppi organizzati perché "non rappresentano tutto il tifo" – nemmeno di quello di una Curva intera – e, soprattutto, da Daniele De Santis, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti in attesa di ulteriori riscontri sulla vicenda. "Per noi resta un tifoso romanista – è la replica degli ultras – di tutto il resto se ne occuperà la magistratura. Non tocca a noi condannare".