Ultimissime notizie di mercato: così il Milan prende Ibrahimovic, formula e cifre
Cosa manca perché Ibrahimovic indossi di nuovo la maglia rossonera e faccia il suo ingresso a San Siro da Re? Semplice: basta un cenno da parte del club e da Los Angeles – sia pure a malincuore – non si opporrebbero alla cessione dello svedese che ha un contratto con i Galaxy fino a dicembre 2019. Dinanzi alla volontà del calciatore e alla decisione dei rossoneri nulla potrebbe la società della Major League che, al massimo, chiederebbe una sorta d'indennizzo per lasciar partire il calciatore.
E' un po' come il richiamo della foresta che Zlatan ha annusato nell'aria, pronto a rituffarsi in quello stadio che lo ha visto protagonista per 2 stagioni (dal 2010 al 2012) con uno scudetto vinto e 42 gol. Uno stadio dal quale mai sarebbe andato via se la dirigenza di allora non lo avesse ‘cortesemente' accompagnato alla porta perché il suo addio costituiva un ottimo affare per tutti, anche per il giocatore che a Parigi c'è arrivò (e c'è restato) viaggiando su una nuvola d'oro.
Al Milan ho passato due anni molto belli sono diventato capocannoniere e insieme abbiamo vinto – ha ammesso in un'intervista a Vanity Fair -. Non avrei mai lasciato la squadra, però mi spinsero ad accettare l'offerta del Psg. È vero che c'è l'interesse per un mio ritorno. Non è un segreto che mi piaccia il Milan.
Contratto e stipendio, le cifre per l'intesa
Concetto chiaro: sono qui e se mi volete davvero, venite pure a prendermi. Al resto ci pensa lui che per sei mesi – come accadde per David Beckham – vestirebbe di nuovo i panni del bomber lanciato nella mischia non solo per far gol ma perché in mezzo al campo e nello spogliatoio ti serve un leader, un trascinatore, un agitatore delle folle di quelli che mettono piede sul rettangolo verde e accendono l'entusiasmo del pubblico. Nessuno più di Ibra può farlo.
E allora cosa aspetta il Milan a (ri)portare il leone nella ‘sua foresta'? A inizio dicembre si conosceranno il verdetto della Uefa e le sanzioni che la società dovrà scontare quali scorie contabili lasciate dalla gestione cinese che aveva portato il blasone allo sprofondo. Sembra sia quello l'ostacolo principale a un accordo tarato su uno stipendio da 2.8 milioni netti fino a giugno con la promessa/possibilità di fare un altro pezzo di strada assieme per un anno… magari con la musichetta della Champions a fare da colonna sonora.
Sì a Ibra ma l'emergenza vera è a centrocampo, le altre mosse di mercato
A 37 anni un calciatore come Ibra è ancora in grado di fare la differenza? Sì e nemmeno c'è bisogno di spiegare come… basta dare un'occhiata a cosa è in grado di combinare quando gli servono una palla in area di rigore, a quanto sia importante il peso della sua esperienza, a cosa significa per un difensore trovarsi di fronte un campione che duetta con Higuain… per la serie: attenti a quei due. Tutto molto bello ma è a centrocampo – più che là davanti – che il Milan ha bisogno di rinforzi con urgenza. Pedine che l'arrivo di Zlatan non esclude di certo. I nomi? Sono noti da settimane considerate le assenze di lungo corso di Biglia e Bonaventura: il primo fuori per 4 mesi per un infortunio muscolare, il secondo fuori causa per tutta la stagione e costretto a operarsi al ginocchio.
Donny van de Beek e Rodrigo De Paul i nomi sul taccuino. Tra le candidature circolate negli ultimi giorni ci sono Donny van de Beek, centrocampista dell'Ajax di 21 anni che ha attirato su di sé la luce dei riflettori grazie alle qualità messe in mostra coi ‘lancieri' in Olanda come in Europa. Quanto costa? Valutazione da 25 milioni di euro, non una somma impossibile ma che rischia di essere un lusso per un bilancio già provato dall'ultimo ‘rosso'. L'alternativa al ‘tulipano' è Rodrigo de Paul dell'Udinese, giocatore con caratteristiche diverse, ma dai costi nettamente più contenuti.