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Udinese, Pozzo: “Colantuono ha colpe precise, ma non lo esonero: non c’è di meglio”

Il presidente dei friulani incolpa il tecnico della pessima condizione fisica della squadra che è a un passo dalla retrocessione: “Colpa di metodi errati ma adesso si deve cambiare qualcosa altrimenti finiamo in serie B”
A cura di Alessio Pediglieri
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Non ci sta il presidente dell'Udinese, Pozzo ma la sua non è convinzione. Semmai rassegnazione: anche se la squadra allenata da Colantuono gioca male, è lenta e soprattutto continua a perdere, il patron bianconero ha deciso di confermare il tecnico perché sulla piazza, per lui, non c'è nulla di meglio. La zona retocessione è distante solamente 4 punti e dopo la sconfitta di Genova alla quale non ha potuto far nulla nemmeno Di Natale (sbagliando il rigore al 90′) è stata la fotografia della pessima situazione attuale dei friulani.

Pozzo però non cambierà tecnico in panchina, senza seguire l'esempio di molti altri suoi colleghi che nel momento delle difficoltà puntano l'indice sugli allenatori. Intervenuto telefonicamente a Udinese Tv per evidenziare quelli che sono i problemi dei bianconeri secondo lui però è stato durissimo con Colantuono: "La squadra ha evidentemente una preparazione precaria a causa del lavoro fisico che fanno. Stanno facendo un lavoro che non c’entra nulla con le nostre esperienze passate: Colantuono ha stravolto certi  metodi basici, e oggi si vede che i nostri arrivano sempre dopo sui palloni. Merito di un cattivo lavoro fatto fino ad oggi".

Il crollo dell'Udinese è stato certificato da un 2016 davvero negativo. Nelle ultime cinque partite sono arrivati tre punti in altrettanti pareggi e le ultime due gare (contro Bologna e Genoa) sono state perse malamente: "Questa non è una squadra certamente da prima posizione, ma è una squadra da centro classifica. E' stata studiata per questo traguardo, ed il fatto che sia nelle retrovie è dovuto da un problema di base. L’allenatore non lo cambio, un suo esonero sarebbe una stupidaggine in questo momento. Sul mercato non c’è nulla di meglio e così dobbiamo andare avanti, ma imporre qualche modifica, cambiando il metodo di lavoro settimanale. Altrimenti si retrocede".

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