Ucraina, il presidente della Dinamo Kiev: “Se necessario combatteranno anche i miei giocatori”

La situazione in Ucraina non accenna a migliorare: la guerra civile che sta dilaniando l'est del paese non accenna a diminuire, e la paura ormai è diffusa in tutta la nazione dell'Europa orientale. Le ripercussioni non sono tardate ad arrivare anche nel calcio: con le squadre dell'est come lo Shakhtar Donetsk costrette a spostarsi nelle zone più "tranquille" del paese, ovvero principalmente nella parte occidentale e nei dintorni della capitale Kiev, e molti calciatori stranieri che approfittando della sessione di calciomercato invernale sono volati all'estero, il calcio ucraino è costretto a fare i conti con la dura realtà giornaliera.
Ma c'è anche chi si è detto disponibile a "scendere in campo" qualora la situazione della guerra civile dovesse arrivare a lambire anche il resto del paese. E' il caso di Igor Surkis, presidente della Dinamo Kiev: il patron dei biancoblu non ha usato mezzi termini in un'intervista ai media ucraini. "La nostra prima missione è quella di giocare e dare speranza ai tifosi, portando pace e tranquillità al nostro paese", ha spiegato Surkis, "ma se ci sarà bisogno, anche i miei giocatori si arruoleranno e combatteranno</em". Resta da vedere, tuttavia, cosa ne penseranno i suoi giocatori.