Tutto bene, la doppia vittoria di Acerbi sul tumore in un libro
Avete mai provato il senso angoscioso di ‘non ritorno'? Meglio di no. Nessuno dovrebbe mai provarlo. Francesco Acerbi sa cos'è, sa cosa significa essere risucchiati a ritroso nel tempo e piombare nel presente nel giro di un attimo. Sa cosa significa quando la vita scorre davanti agli occhi così rapida che quasi ti sembra un gioco da ragazzi star dietro a Bale che fugge palla al piede… Sa cosa significa finire allo sprofondo e risalire. Perché la sua è una storia di chi ce l'ha fatta. Luglio 2013 è la data che fa da spartiacque in quella stessa storia che ha trovato la forza di raccontare nel libro ‘Tutto bene, la mia doppia vittoria sul tumore' (edito da Sperling&Kupfer – scritto da Alberto Pucci, giornalista e telecronista per Mediaset Premium, collabora con la testata giornalistica online Fanpage.it e con Infront Italy).
E' in quella estate calda che Acerbi scopre di avere un tumore e niente gli sembra più come prima. E' la vita, dicono. Fin quando è quella degli altri. La sua, invece, è un ciclo medico e una cartella clinica. Il futuro, di uomo e difensore del Sassuolo, è racchiuso tutto lì. In quelle analisi sballate che, più dure di un tackle, lo scuotono fin dentro l'anima. Qualcosa di molto simile a quando di notte vi svegliate di soprassalto, vi manca il fiato, il cuore sembra schizzarvi fuori dal petto, il buio è una prigione e vi aggrappate alla spalliera del letto perché poco prima, sospesi tra sogno e realtà, vi sembrava di sprofondare chissà dove. No, nessuno dovrebbe mai provare una sensazione del genere.
E adesso che tutto è passato ed è tornato da tempo all'attività agonistica Acerbi ha deciso di schierarsi in prima fila nella sensibilizzazione e nella lotta ai tumori, con lo scopo di aiutare la ricerca e sostenere chi, quotidianamente, combatte contro questo male. Da qui la scelta di donare i proventi della vendita del libro. Una parte andranno a Play For Change, la charity sostenuta da Football Capital, società che segue l’immagine, la comunicazione e la carriera sportiva di Acerbi. Altri ricavi saranno destinati al Centro di Oncobiologia Sperimentale dell’Università di Palermo e al San Raffaele di Milano. Tutto bene, per fortuna. Abbastanza da poterlo raccontare.