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Tutti i se di Milik. Una carriera ancora in corsa o già al capolinea?

Non di soli “se fisici” è costellata la carriera di Milik ad oggi. Anche se mai pienamente ristabilito, avesse segnato i due gol che Donnarumma e Alisson gli hanno negato contro il Milan e il Liverpool, dando al Napoli la possibilità di vincere o lottare fino alla fine per uno scudetto ed eliminare dalla Champions League la squadra che poi diventerà campione, di sicuro oggi il polacco avrebbe altra considerazione.
A cura di Jvan Sica
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Ogni giorno il calcio è un salto nel buio ed è pieno di punti interrogativi. Basta davvero un niente per cambiare una partita, una stagione o addirittura la carriera di un calciatore. Influisce la testa, sempre più considerata grazie all’utilizzo di mental coach fondamentali nella crescita di un atleta, il contesto, in quanto un calciatore può giocare da 5 con determinati compagni e allenatori e da 9 insieme ad altri. Ma più di tutto ovviamente influisce il fisico. Oggi più di ieri, anche se siamo in uno stato avanzatissimo per quanto riguarda la prevenzione e la gestione post-infortuni, sono ancora gli stop dovuti a problemi fisici ad indirizzare la carriera di ogni calciatore.

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Per fare un esempio positivo, basti vedere Cristiano Ronaldo, il quale ha curato il suo fisico millimetro per millimetro e muscolo per muscolo, riuscendo a non avere mai infortuni molto seri e così a crescere sempre fino a raggiungere il top. Come esempio negativo, in quanto a sfortuna più che negligenza, c’è quello di Arkadiusz Milik, il centravanti del Napoli.

Milik arriva nella città di Partenope senza grandissime aspettative. Se n’è appena andato il calciatore capace di battere il record di segnature in campionato, Gonzalo Higuain, che aveva realizzato 36 gol solo in Serie A. Il cuore infranto per l’addio di Higuain verso la Juve non poteva essere lenito dall’arrivo di questo 22enne acquistato per 32 milioni di euro dall’Ajax.

Gioca un precampionato discreto ma è nelle prime partite fra campionato e Champions League che impressiona. Contro il Pescara debutta da subentrato, si muove bene e Sarri gli fa i complimenti. Alla seconda di A incontra il Milan e scatta il colpo di fulmine. Segna prima da predone d’area, dopo che Insigne aveva preso un palo e poi con un colpo di testa su calcio d’angolo, sovrastando Kucka. Gioca poco più di un’ora a Palermo, dove il Napoli vince 0-3 e tre giorni dopo segna una doppietta nella vittoria a Kiev contro la Dinamo in Champions League. Sarri lo tiene in panchina anche contro il Bologna, ma quando entra, sull’1-1, è inarrestabile: segna altri due gol di cui uno di tocco su imbucata di Hamsik, dimostrando una velocità di base niente male, soprattutto per quel corpo, e il secondo con una sberla di sinistro che ne evidenzia anche la potenza balistica.

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Tutto sembra apparecchiato per un nuovo craque che toglierà dalla testa dei napoletani il Gonzalo transfuga e farà gridare al nuovo eroe. Milik ha un fisico tiratissimo, sta acquisendo agilità, dopo una preparazione dura, ed è potente, anche più dell’argentino. Un mix di cui nessuno conosce i limiti. Ma c’è il primo se, quello che biforca la strada. L’8 ottobre gioca Polonia-Danimarca e si rompe il legamento crociato del ginocchio sinistro. Da quel momento, quello che poteva sembrare il 9 emergente del calcio europeo inizia la sua carriera fatta di se, che continua ancora adesso.

Torna, cerca di recuperare durante la preparazione per la stagione successiva, ma è sovrappeso. Un movimento sbagliato contro la Spal e si rompe il legamento crociato del ginocchio destro. Altra stagione fuori. Quella passata è stata la prima stagione completa per Milik, ma il giocatore di fine estate del 2016 non si è visto. Rispetto a quel centravanti che stava entrando in forma ma già mostrava una brillantezza e uno spunto interessante, manca la rapidità per attaccare lo spazio e la cattiveria di arrivare un istante prima sul pallone. Gli resta la capacità balistica, la visione di gioco, la potenza, la destrezza di giocare con i compagni, mentre i suoi punti deboli, soprattutto lo smarcamento in area di rigore, si sono aggravati invece di risolversi.

Ma non di soli “se fisici” è costellata la carriera di Milik ad oggi. Anche se mai pienamente ristabilito, avesse segnato i due gol che Donnarumma e Alisson gli hanno negato contro il Milan e il Liverpool, dando al Napoli la possibilità di vincere o lottare fino alla fine per uno scudetto ed eliminare dalla Champions League la squadra che poi diventerà campione, di sicuro oggi il polacco avrebbe altra considerazione all’interno dell’ambiente napoletano ma anche fuori, dove la sua quotazione resterebbe sempre interessante per una cessione da parte di De Laurentiis.
Per adesso invece siamo in una situazione di stallo.

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Questa estate il Napoli ha cercato di venderlo per prendere Icardi, ma l’argentino ha scelto Parigi e il polacco è rimasto. Dopo un precampionato pessimo non ha giocato le prime partite e molti pensano ad un suo utilizzo molto minore rispetto allo scorso anno. La storia coi se però per fortuna ha tanti bivi e non bisogna per forza imboccare sempre quello più scuro. Se infatti Arkadiusz Milik riuscisse a giocare e allenarsi per un’altra stagione (anche se si è già lievemente infortunato), potrebbe tornare a livelli molto alti e ad avere un ruolo centrale nella disposizione tattica di Ancelotti. Per dare peso offensivo al 4-2-3-1 oppure reggere la disposizione ad albero di Natale, serve un centravanti dinamico e potente, come era Shevchenko nel Milan più bello di Ancelotti. Milik potrebbe avere quel ruolo ed esaltarsi in esso, ma bisogna ancora aspettare che il se giusto questa volta venga in aiuto di Arkadiusz.

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