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Tutti i riti del ritiro azzurro: allenamenti segreti, astinenza e nessun colpo di testa

Gli Azzurri non si tireranno indietro prima e dopo le partite in conferenze stampa programmate ma gli allenamenti saranno vietati a telecamere e taccuini. Le regole sono chiare: un isolamento quasi completo alla ricerca della concentrazione, senza distrazioni né familiari al seguito.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Italia è Montpellier in ritiro, in attesa di dimostrare al mondo del calcio di che pasta sia fatta. Al momento sembra pasta di zucchero, plasmabile, modellabile, dolce e colorata, come ornamento a portate ben più invitanti e importanti. Insomma, potremmo essere il dessert di Euro2016 da mangiare subito, iniziando dal dolce per poi passare a ritroso al contorno, fino alla seconda portata e al piatto principale che si degusterà il prossimo 10 luglio. Consapevole del ruolo marginale la comitiva azzurra ha però deciso di non recidere il cordone ombelicale con la tradizione dei ritiri europei e mondiali, dove la separazione tra vita pubblica e professionale diventa forzatamente marcata creando un solco tra chi è dentro e chi è fuori.

Clausura e astinenza – La scelta del ct Prandelli di aprire il ritiro a mogli, mamme e fidanzate non ha portato a nulla. Così a Montpellier gli azzurri ritornano a fare clausura e astinenza. All'interno dell'albergo che ospita tutta la comitiva c'è spazio solamente per giocatori, dirigenti e tesserati Figc. Tutti gli altri, nessuno escluso, fuori. Almeno fisicamente perché poi con tablet e smartphone chi vuole connettersi col mondo lo può fare nel riparo della propria stanza che diventa all'occorrenza una finestra sull'universo.

Conferenza d'apparenza – Un isolamento che però non vuol significare silenzio. Un po' come nell'era Lippi anche quella di mister Conte è un'Italia che si concede ai microfoni dei giornalisti. Più per prevenire e attaccare che per compiacere le penne e i servizi televisivi. Prima e dopo il match previste le consuete conferenze, anche nei giorni in cui non c'è gara, per dare ai cronisti qualcosa su cui lavorare e restare tranquilli per il resto del tempo. Conferenze spesso banali, con botta e risposta previsti e prevedibili e che sempre meno lasciano spazio a qualcosa di diverso dalla quotidiana banalità.

Niente spie, siamo italiani – Ma i giornalisti dovranno accontentarsi perché anche Conte come moltissimi altri colleghi, preclude gli allenamenti agli occhi indiscreti e curiosi di altri. Porte chiuse, barriere, filtri: le reali sedute degli azzurri si compiranno in via riservata, a porte aperte solamente qualche sgambata o partitella insignificante. Il tutto per dare un senso di libertà e comunicazione, mentre si proverà a giocare mosse dell'ultim'ora. Forse un rito ce tra i molti praticati, ha oramai sempre meno senso visto che le nazionali vengono studiate e sviscerate durante le partite. Non serve più ‘spiare' l'allenamento, per il quale – se proprio si vuole – esistono gli invisibili droni da ricognizione.

Profilo basso dentro e fuori dl campo – Sarà una Nazionale dal profilo basso in campo, molti lo sospettano. Intanto lo è da un punto di vista mediatico. Conte ha escluso qualsiasi giocatore fuori dagli schemi. Non ci sono più i Totti che ‘squagliavano' la Play Station, i Cassano che scivolavano in gaffe imbarazzanti sugli omosessuali, o i Balottelli che riempivano pagine di tutto ciò che non era calcio giocato. Oggi ci sono i Thiago Motta, gli Eder, gli Sturaro e i Giaccherini. Tutti giocatori su cui si può scrivere poco o nulla, se non che non meritano il numero di maglia sulle spalle o non sono utili alla causa.

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