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Tutti contro Conte e lui scherza: “Devo imparare a come farmi comprare i campioni”

Sia con la Juventus prima che con il Chelsea adesso per Conte non c’è mai stata la squadra ideale: “Ma ho sempre estratto il massimo da ogni giocatore. Se rendeva sei, lo portavo a otto. Se era da otto dava dieci. In questo sono il più bravo”. Ma intanto trema: se perde col West Brom per lui è finita.
A cura di Alessio Pediglieri
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Per Antonio Conte il momento è delicatissimo ma il tecnico italiano prova a superarlo con l'ironia di chi non ha nulla da nascondere, ha l'animo in pace e sa di stare facendo il possibile per ottenere il miglior risultato per sé e per il club per cui lavora.  Il tecnico dei Blues alla vigilia del Monday Night contro West Bromwich, gara delicatissima sotto molti punti di vista, a cominciare dalla stabilità della sua panchina ha cercato di stemperare il torrido clima attorno a sè.

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In caso di nuova sconfitta, infatti, le probabilità dell'allenatore italiano di salvare il posto si ridurrebbero praticamente a zero, col Times a scrivere di una ipotesi Marco Silva come traghettatore fino a fine stagione, per dar tempo ad Abramovich di riordinare le idee e trovare il valido sostituto per la prossima stagione, indicato in Luis Enrique.

La critica a Chelsea e Juve

La difesa di Conte è di non avere mai avuto la seria possibilità di lavorare con i giocatori che aveva richiesto, con le società che lo hanno ingaggiato che prima o poi gli hanno venduto sotto il naso i migliori calciatori a disposizione. E' capitato alla Juventus, sta accadendo di nuovo al Chelsea. Alcuni nomi? Romelu Lukaku, Alexis Sanchez e Virgil van Dijk.

Su questo aspetto mi sa che devo ancora migliorare parecchio, perché sono un po' un disastro. Dovrò parlare con gli altri allenatori per capire come fanno a persuadere i club a spendere i soldi per comprare loro dei campioni

L'auto-elogio: far rendere al massimo tutti

La forza di Conte, però è quella di conoscere bene se stesso e i propri pregi. Cos', se da un lato c'è rammarico nel non avere sempre il meglio, sa di riuscire a strappare il meglio da chi ha. La sua storia da allenatore glielo riconosce. Anche non avendo top player assoluti ha sempre centrato gli obiettivi richiesti.

 Sono un tipo di allenatore che se ha un giocatore da sei, lo porto ad otto; se ho un giocatore da otto, lo porto a dieci. Il mio compito è cercare di migliorare ogni singolo giocatore, sotto ogni aspetto, anche dal punto di vista mentale, oltre che quello tattico e in questo sono molto bravo

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