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Tutti colpevoli, Calciopoli non fa sconti: sono 16 le condanne

Moggi guida la classifica dei condannati con 5 anni e 4 mesi. Insieme a lui anche Bergamo e De Santis, Meani, Lotito e i fratelli Della Valle. La Juventus si salva e festeggia con un comunicato in cui ‘scarica’ l’ex dg bianconero.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dopo un'attesa di sei anni è arrivata la sentenza penale di primo grado di uno dei processi più discussi e "anomali" degli ultimi anni, quello di Calciopoli. A Napoli Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere per "associazione a delinquere". La sentenza accoglie quindi l'ipotesi di reato dell'accusa. Condannati anche gli ex designatori Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Pairetto (1 anni e 4 mesi) e l'arbitro De Santis (1 anno e 11 mesi). "Non ho voglia di fare battute, non parlo". Così l'ex dg della Juventus a caldo dopo la sentenza. Una sentenza che ha determinato un fatto, che Calciopoli non è stata "farsopoli" (come ha dettonon senza soddisfazione il pm Capuano).

Le condanne e le pene accessorie

16 condanne in totale, con pene confermate dalla giustizia ordinaria dopo quelle inflitte dalla giustizia sportiva cinque anni fa. L'associazione a delinquere è stata ratificata anche se si è solamente al primo grado di condanna. Tutti gli imputati condannati, infatti hanno subito impugnato la sentenza rendendo al momento nulle le pene accessorie – come l'interdizione ai pubblici uffici e il DASPO (il divieto di assistere alle manifestazioni sortive che si infligge per lo più ai tifosi violenti, ndr) – e rifugiandosi in appello come permette di fare la giustizia italiana. Ci vorranno però non meno di sessanta giorni per conoscere le motivazioni di questa sentenza, argomentazioni che permetteranno di imbastire una difesa più dettagliata. E ci vorranno comunque almeno due anni prima che si ritornerà in tribnale, nel frattempo, una cosa è certa: chi pensava in un ribaltamento di fronte è stato deluso su tutta la linea.

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La Juventus si estranea: ed è festa

La Juventus, però, alle 20 di ieri sera, davanti alla lettura della decisione presa dal giudice Casoria, ha potuto "festeggiare": è stata confermata l'estraneità della società di Torino dai fatti contestati all'allora Direttore Generale Luciano Moggi per il quale si è invece andati a confermare la pena di 5 anni e 4 mesi, in primo grado. Un elemento che avvalora la tesi bianconera di essere stata anche "vittima" degli eventi e di aver pagato fin troppo per colpe attribuite ad altri. Insomma, se da Calciopoli Bis non è uscita la tanto agognata innocenza per gli imputati, almeno la società juventina ha avuto la conferma di non essere stata "oggettivamente" connivente con l'operato illecito perpetuato al suo interno da una dirigenza a dir poco garibaldina. Soddisfazione che la società non ha negato di condividere con la propria tifoseria, in un comunicato che da un lato prendeva le distanze da Luciano Moggi e dall'altro rivendicava il proprio diritto a essere discolpata dalle accuse.
Questo il comunicato ufficiale apparso sul sito bianconero alle  "La sentenza odierna afferma la totale estraneita' ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilita' oggettiva ai sensi dell'articolo 2049 c.c..

Tale decisione, assunta all'esito di un dibattimento approfondito e all'analisi di tutte le prove, stride con la realta' di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus e' stata l'unica societa' gravemente colpita e l'unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni. Juventus proseguira' nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parita' di trattamento"

Un comunicato che serve soprattutto a ribadire la propria lotta per riavere ciò che si reputa aver perso ingiustamente: scudetti e non solo, con la richiesta di risarcimenti danni per la stagione in serie B tutto ciò che ha comportato nel ridimensionamento di una società che ha patito anche economicamente le ripercussioni della prima Calciopoli. Non una parola su Luciano Moggi, condannato. Anzi, un evidente distacco dal suo operato manco fosse stato in quel periodo il "deus ex machina" bianconero. Una presa di posizione che ha imbarazzato anche l'ex Dg bianconero: "Non capisco nemmeno il comunicato della Juve, sembra quasi che abbia giocato io da solo e non era così, ma è la vita e bisogna cercare di leggere e capire tutto quanto, io lo farò, fermo restando che mi difenderò. È vero che la Juve è l'unica che ha perso due scudetti e deve riaverli anche perché li aveva vinti sul campo, io non ho capito l'estraneità della Juve a questi fatti, io ero il dg della Juve non giocava Moggi contro l'Udinese, ma la Juve contro l'Udinese. Non capisco cosa voglia dire estraneità dei fatti".

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Moggi non molla: ricorso in appello anche senza il sostegno del club bianconero

Queste le prime parole di Luciano Moggi a commento di quanto avvenuto che poi ha commentato a freddo la sentenza di martedi sera:

"Umanamente mi sento bene, nel senso che ho combattuto per me e per tutti quelli che sono stati distrutti da questo processo con tranquillità dopo che sono stato interrogato la prima volta perché non c'era nulla di sostanziale. Continuerò a lottare.

Ieri sera non avevo voglia di parlare – ha detto Moggi – perché non conoscevo gli elementi, poi mi sono visto un po' di cose e andremo in appello, sperando in una giustizia che non sia già scritta, una giustizia vera, altrimenti dovremo riccorrere alla giustizia divina. Mi sento deluso da tutto, la sentenza sportiva non ha tenuto conto di quello che è successo hanno fatto un processo con 20 telefonate su 170 mila. Questo processo ha messo in evidenza altre cose. Sono deluso dalla giustizia ordinaria perché mi aspettavo fosse uguale per tutti invece era una sentenza già scritti. È il primo round, il secondo sarà l'appello, vedremo cosa potrà succedere. Farò di tutto perché l'appello abbia un esito diverso, e sono fiducioso che possa averlo".

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De Santis: dai 20 milioni richiesti in risarcimento a 23 mesi di reclusione

“ Sono stati un processo e una sentenza vergognosi ”
Bergamo, ex des. arbitri
Alle parole di Moggi sono seguite anche altre dichiarazioni di chi ha subito la condanna, come Massimo De Santis, ex arbitro condannato a 23 mesi: "E' una pagina mortificante per la giustizia, combatteremo in appello. Sicuramente non c'è stata unanimità nel verdetto, mi auguro che chi si è assunto la responsabilità di questa sentenza abbia la coscienza a posto e quando si appurerà che ha sbagliato mi auguro possa pagare. E' una sentenza scritta". Parole dure e amare, come per l'ex designatore Bergamo, anch'egli inserito tra i 16 condannati. "Pensavo che le accuse che mi erano state rivolte fossero state smontate nel dibattimento, così non è stato. Ora aspettiamo le motivazioni della sentenza poi faremo ricorso in appello. Abbiamo sbagliato nel basare la nostra difesa sulle intercettazioni degli altri, dovevamo pensare di più a dimostrare la nostra innocenza. Quando noi siamo stati indagati ero convinto che non avrei subito il rinvio a giudizio, quando poi è successo,. Da allora sono sempre stato convinto che la sentenza alla fine sarebbe stato negativa. Questo processo a mio avviso è stato vergognoso".

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Lazio e Fiorentina coinvolte: Lotito e i Della Valle condannati

Tra i condannati ci sono anche Claudio Lotito e i fratelli Della Valle. Lazio e Fiorentina, quindi non sono uscite indenni da Calciopoli bis, anzi: i rispettivi presidenti (oggi i della Valle sono solo i proprietari ma nel 2006 erano presidenti viola) hanno subito una condanna di reclusione con relativa multa economica ad avvalorare la tesi dell'accusa secondo cui anche i capitolini e i gigliati erano parte integrante nelle azioni illecite scoperte da Calciopoli. Il legale del presidente della Lazio (condannato a 1 anno e tre mesi), Michele Gentile, ha commentato la sentenza di Primo Grado del processo Calciopoli: "La notizia l'abbiamo presa male. Pensavamo di aver chiarito meglio le situazioni nel corso del processo. Aspettiamo di leggere le motivazioni. Ha tenuto l'impianto accusatorio dei Pm, è quello che ha meravigliato un po' tutti". Meraviglia e amarezza condivisa anche in casa viola: "Siamo molto amareggiati anche se non troppo sorpresi" hanno detto in coro Diego e Andrea, che hanno annunciato anche l'immediato ricorso, "con la ferma determinazione di far valere i nostri diritti in tutti i gradi di giudizio".

I risarcimenti: soddisfazione per Bologna, Brescia e Atalanta

Poi ecco un'altra voce importante: le richieste di risarcimento. Il tribunale di Napoli ha rigettato quelle avanzate dalla Rai, dalla Juventus e dalla Figc (che pero' piu' avanti nel dispositivo appare tra i beneficiari!), nonche' le richieste di provvisionale. Ma ha accolto quelle relative alle parti civili costituite dal Ministero dell'Economia, dal Ministero per le politiche giovanili e l'attivita' sportiva, dal Brescia, dall'Atalanta, dal Bologna, dalla Fallimento Salernitana Sport Spa, dalla Fallimento Victoria 2000 srl (che aveva quote del Bologna), dalla Federconsumatori Campania, dalla Figc (incongruenza di cui nessuno sta parlando, ndr) e dal Lecce. E' utile ricordare che le parti civili avevano avanzato le loro richieste il 7 giugno scorso e che il totale, anche se comprensivo di provvisionale, faceva registrare la mostruosa cifra di 193 milioni di euro. La faccenda comunque, come recita lo stesso dispositivo della sentenza, e' "da liquidarsi in separata sede". Questi, dunque i "vincitori" di Calciopoli, insieme agli 8 assolti tra cui Mariano Fabiani, dirigente del Messina che era inizialmente inserito nel gruppo ristretto degli associati per delinquere ma che alla fine è stato scagionato da qualsiasi accusa.

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Le anomalie: Fabiani assolto, la FIGC ricompensata, la Juve estranea

E anche la sentenza d'assoluzione verso Fabiani (ds del Messina), lascia spazio a riflettere su alcune anomalie e dati che sono passati in secondo piano. Spicca, ad esempio, la conferma per la condanna di Leonardo Meani (un anno di reclusione e 20mila euro di multa), dirigente  con qualifica di addetto agli arbitri del Milan, carica che quindi chiama in causa in modo evidente il club rossonero, il quale al momento non ha rilasciato alcun comunicato al riguardo. Detto dell'assoluzione per Mariano Fabiani, per il quale i pm, che lo ritenevano organico al ‘sistema', avevano chiesto ben 3 anni e 8 mesi, c'e' da evidenziare la distanza tra richieste di pena e condanne. Il totale si e' quasi dimezzato, e comunque le sforbiciate (in positivo) risultano comunque consistenti: Bergamo e Pairetto, ad esempio, collezionano, in due, 5 anni e 7 mesi di carcere, mentre la richiesta era di 9 anni e 6 mesi complessivi. Idem per le multe e i risarcimenti. Infine, due incongruenze che dovrebbero far parlare più di qualsiasi altra cosa: la FIGC le cui richieste di risarcimento non vengono accettate ma che è inserita nell'elenco delle richieste accolte realtive alle parti civili e l'incomprensibilie estraneità della Juventus sull'operato condannato di Luciano Moggi.

Insomma, Calciopoli bis ha espresso i suoi verdetti, ma  – sebbene qualche passo nella direzione giusta sia stato fatto – dal convincere tutti della bontà del processo siamo ancora molto, ma molto lontani.

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