Tris al Torino e il Napoli torna a volare. Hamsik, 115 gol come Maradona
Non è un problema di gambe, diceva Sarri la settimana scorsa, è un problema di testa. E di testa Koulibaly la sblocca a Torino dopo tre minuti. Di testa e di gambe il Napoli, senza Insigne dall'inizio, la domina, la chiude in mezz'ora, e si riprende la vetta. Zielinski raddoppia, Hamsik fa 115, come Maradona. Non era in questione se ci sarebbe arrivato, considerato che in azzurro ha giocato più stagioni e con più partite dentro ogni campionato. Era solo questione di quando il momento sarebbe arrivato.
E il momento arriva alla mezz'ora, sull'appoggio comodo di Mertens per un rigore in movimento che ripropone l'evidente feeling azzurro con l'Olimpico di Torino. Il 3-1 mette di fatto fine a una partita mai davvero iniziata, con il Torino incapace di correggere gli errori che avevano condizionato il match dell'anno scorso contro la squadra di Sarri. E il primo gol dopo otto partite di Belotti non cambia la sostanza.
La sblocca Koulibaly
Bastano 180 secondi a rompere l'equilibrio fragile del match. Allan la prolunga sul primo palo, Burdisso rimane piantato in marcatura e Koulibaly segna l'ottavo gol su calcio da fermo (rigori esclusi) del Napoli in stagione, il sesto su calcio d'angolo.
Il Torino, che prima del match era stato in svantaggio in casa solo per 163 minuti, più solamente di Fiorentina e Juventus, non alza troppo il pressing e non va oltre una fuga di Rincon, lanciata dal movimento fuori linea di Belotti, che però sbaglia l'appoggio in verticale su un troppo libero Iago Falque. Mertens, che l'anno scorso ha scritto un pezzo della sua storia personale contro il Toro ma non segna da cinque partite, si gode la grande chance al 15′ ma stringe troppo l'angolo del diagonale.
Il Toro si scopre, Zielinski raddoppia
Il Napoli spinge meno a sinistra, Mario Rui rimane più coperto anche per contenere le costanti sovrapposizioni di De Silvestri, nonostante il supporto di Hamsik in quella zona. Più coinvolto Allan nello sviluppo del gioco. E' una posizione chiave, la sua. Deve cucire la fase difensiva con la manovra offensiva e aggirare il rischio Valdifiori, bravissimo a ribaltare lo scenario anche con un tocco solo cercando il lancio alle spalle della difesa azzurra una volta recuperato il pallone.
Ribaltamenti che tendono a cercare Iago Falque, favorito nell'uno contro uno con l'ex Empoli Mario Rui. Ma i granata si aprono, c'è troppo spazio fra attacco e centrocampo quando la squadra si distende, anche perché Valdifiori resta basso e le mezzeali si aprono per moltiplicare le linee di passaggio in ampiezza. In campo aperto Berenguer mostra un paio di notevoli cambi di passo, ma Hysaj (104 palloni toccati, record con Albiol) lo chiude bene senza anticipare la chiusura in avanti e Koulibaly si appoggia attento in seconda battuta sul tocco dentro. Le difficoltà dei granata nelle transizioni negative riemergono al 25′. Splendida la verticalizzazione di Jorginho per Zielinski che controlla, entra in area e col mancino traccia il quarto gol in stagione che mette in discesa la partita per il Napoli che quest'anno ha sempre vinto quando è passato in vantaggio. Colpevole la difesa del Torino, che sale male e copre peggio.
Hamsik a quota 115, come Maradona
Come contro la Lazio, in non possesso il Toro tende a coprire meglio il centro delle fasce, ma la confusione aumenta, gli azzurri veleggiano sulla corsia sinistra, individuano quel corridoio e martellano. Tornano a giocare "da Napoli", e quando Hamsik la mette sotto l'incrocio, quando riscrive la storia, Sarri si concede anche un gesto di più rilassata esultanza.
Il Napoli controlla e nel primo tempo concede una sola vera occasione al Toro. Molinaro aspetta un tempo di gioco di troppo per crossare da sinistra, la palla è lunga ma dal lato opposto controlla bene Iago Falque che taglia verso il centro e morbido illumina per l'inserimento in controtempo di Baselli. Ha tanto spazio, contro una difesa che per una volta fa poco movimento, ma "liscia" in spaccata e i granata escono fra i fischi.
Belotti, primo gol dopo 8 partite
L'ingresso di Ljajic per Valdifiori, che ha toccato 39 palloni ma si è fatto troppo spesso sorprendere fuori posizione senza palla, cambia il sistema di gioco del Torino ma non lo scenario del match. Il serbo deve aspettare sette minuti per ricevere il primo passaggio. Il Napoli domina. Hamsik ha un paio di occasioni per la doppietta ma le manca. Il quarto gol arriverebbe anche, mentre il pubblico si spazientisce ma Callejon, un po' spento, è in fuorigioco netto. Il Toro ci prova al 56′ con il colpo di testa di Nkoulou e si illude al 63′. Ljajic mette dentro, respinge Albiol, palla a Belotti che si libera dal limite e, grazie anche a Reina che qualcosa in più avrebbe potuto fare, torna a segnare dopo otto partite (prima rete dalla trasferta di Udine del 20 settembre).
Ma subito dopo la difesa granata, troppo concentrata sul pallone, consente la fuga ad Allan, dopo una notevole intuizione di Mertens, chiuso in area dalla disperata diagonale di Molinaro. Mihajlovic le prova tutte, manda dentro Niang per Berenguer ma ormai lo sbilanciamento è evidente. Sarri lascia a Insigne gli ultimi venti minuti o poco più. Gliene bastano una manciata, però, per disegnare una parabola leggera, sospesa, che Sirigu tocca solo come la tocca sulla linea Callejon che però partiva in fuorigioco. E chissà se sarebbe entrata comunque o sarebbe finita appena fuori.
Mertens sfiora il quarto
Il Torino dietro non c'è, e può solo ringraziare Mertens che dà inizio all'azione del possibile 4-1 e la rovina però scivolando praticamente a porta vuota. E lo scenario non fa che peggiorare per Mihajlovic, perché Ljajic si fa male, ma non chiede il cambio poi, dopo l'ultimo cambio, sente aggravarsi il problema muscolare e lascia i granata in dieci per gli ultimi 10′ più recupero. Sarri concede ovazione e riposo a Hamsik, il più sostituito della serie A, che oggi ha scritto la storia. Con la quarta vittoria nelle ultime 10 all'Olimpico, il Napoli si riprende il destino nelle mani.