Treviso: 12 giornate di squalifica a un calciatore per offese razziste
Nel nostro paese troppo spesso si stanno verificando brutti episodi di razzismo. La scorsa settimana su un autobus una passeggera aveva detto di non volersi sedere accanto a un ragazzo di colore, più o meno la stessa cosa è accaduta pochi giorni fa su un treno in Lombardia. E anche su un campo di calcio c’è chi ha pronunciato vergognose espressioni di stampo razzista. Chi le ha dette, Marco Corò, ha ricevuto 12 giornate di squalifica.
Nel referto del giudice sportivo sono stati esposti i fatti, descritti già precisamente nel referto dell’arbitro del match tra il Treviso e l’Union ODP, un match del campionato d’Eccellenza. Corò ha utilizzato in un momento concitato una frase che non avrebbe mai dovuto dire nei confronti di Diomandé:
Dopo la sostituzione, Corò, si posizionava in panchina all’invito di ritornare in panchina, utilizzava un linguaggio blasfemo e proferiva frase dal contenuto discriminatorio nei confronti dello stesso avversario.

Il giudice ha infilato 12 giornate a Corò
Per comportamento discriminatorio ove costituisce comportamento sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica”
L’allenatore del Treviso Daniele Pasa, che ha avuto una carriera da calciatore ultra ventennale (ha giocato anche con Udinese, Parma, Padova e Genoa), intervistato da ‘Il Gazzettino’ ha espresso molti dubbi: “Mi sembra tutto così strano, perché io ero vicinissimo al parapiglia e non ho sentito niente di tutto questo”. Corò non potrà giocare per tre mesi e tornerà in campo almeno nel mese di gennaio.
Purtroppo per il Treviso è un ritorno al passato perché nel 2001, quando il club militava in Serie B, ci fu il caso Omolade, un giocatore nigeriano tutt’altro che amato dagli ultras che abbandonarono la curva nel match con la Ternana per protesta quando l’allora diciassettenne entrò in campo. La settimana seguente tutti i compagni di squadra entrarono in campo con la faccia pitturata di nero.