Tragedia Chapecoense, le parole profetiche di mister Caio: “Morissi oggi, sarei felice”
E' difficile trovare un riscontro positivo in una tragedia così grande come quella accaduta ai giocatori del Chapecoense e dei passeggeri in volo verso Medellin, con l'aereo che si è schiantato al suolo provocando 76 morti tra le 81 persone a bordo. Eppure si potrebbe cercare di pensare che i giocatori, gli accompagnatori, l'allenatore e i tifosi al seguito siano morti felici. Felici di star godendo di una favola incredibile, felici di aver raggiunto un traguardo storico per sè e per un club che fino a qualche anno fa era relegato nelle serie minori brasiliane. A dirlo è lo stesso tecnico Caio Junior che proprio qualche giorno fa, quasi profeticamente, aveva detto: "Dovessi morire oggi, morirei felice".
Un pensiero contorto, ma cui ci si può aggrappare mentre tutto intorno sembra sgretolarsi. Una frase forse fatta, ma che oggi assume un significato importante quasi mistico davanti a ciò che è successo. Tra i deceduti c'è anche lui, Caio Jr, ex allenatore di Palmeiras, Gremio e Flamengo, un allenatore di bassa categoria ma che aveva trovato nella Chapecoense una realtà ritagliata a misura dove costruire qualcosa di buono. E qualcosa di buono era stata fatta, con il raggiungimento prima della serie A e poi della finale della Copa Sudamericana.
Una finale quella contro l'Atletico Nacional di Medellin agognata, sudata, desiderata. Storica, perché la prima e probabilmente l'unica, di una squadra che aveva raggiunto traguardi prima impensabili. Per questo Caio Junior era felice, tanto felice da pronunciare quelle parole, come riporta Radiohuancavilca.com, che oggi sembrano quasi profetiche.
Intanto si indaga sulle cause della tragedia. Mentre non sembra che vi siano più superstiti, anche se le ricerche e i soccorsi sono stati interrotti per il maltempo, si prospetta anche l'ipotesi che l'aereo fosse rimasto a scarso di carburante, motivo per il quale il pilota avrebbe cercato subito un atterraggi odi fortuna, finito malissimo.