‘Traditore’: il 21 maggio a San Siro pronta la contestazione a Pirlo nella gara d’addio
Il prossimo 21 maggio tutti a San Siro per salutare Andrea Pirlo che dirà addio ufficiale al calcio giocato. Ma anche no. Moltissimi tifosi rossoneri non hanno digerito nel modo migliore la notizia che il centrocampista azzurro abbia scelto – e gli sia stato concesso – la Scala del Calcio come teatro finale per salutare il mondo del pallone cui tanto ha dato ma dal quale altrettanto ha ricevuto.
Ma i tifosi del Milan non gli hanno mai perdonato la partenza per Torino, i trofei vinti con la Juventus, gli anni da ‘gobbo', ma soprattutto una biografia, scritta in quegli anni in cui il ‘Professore' avrebbe sputato nel piatto rossonero in cui aveva mangiato per ben 10 lunghi anni.
Il trasferimento alla Juventus
Pirlo ha avuto anche la colpa per il suo trasferimento alla Juventus, come se in quell'estate del 2011 fosse stata la sola volontà di Andrea Pirlo a lasciare la Milano rossonera per provare l'avventura a Torino. Dimenticando che proprio il Milan considerò quel maturo centrocampista quasi buono per la pensione, liberandolo troppo facilmente nella convinzione che non potesse più regalare le giocate che avevano fatto innamorare migliaia di tifosi del Diavolo.
La biografia maledetta
Ma più che il cambio di maglia, mai completamente digerito, a Pirlo i tifosi rossoneri non hanno mai perdonato di aver letto nella sua biografia ufficiale ‘passi' in cui ha parlato malissimo del club rossonero, soprattutto in chiave di mercato quando ha confermato l'interesse del Real Madrid e il suo desiderio di andare in Spagna, in un club "che ha da sempre più appeal del Milan, fa paura agli avversari. Ha più futuro, più tutto. Avrei dovuto e potuto recitare il copione scialbo scritto da qualche ufficio stampa: ‘Sto bene al Milan', ma vaffanculo"
La rabbia rossonera sui social
Così si è scatenata la rabbia rossonera soprattutto via social network, la novella patria per gli haters, coloro che riversano in poche righe la propria frustrazione attaccando tutto e tutti alla prima occasione. Come lo è stata la notizia che il prossimo 21 maggio San Siro sarà il palcoscenico d'addio di uno dei più grandi centrocampisti italiani di sempre, al di là di colori, appartenenze e tifo.
Patrimonio italiano ma non del Milan
Andrea Pirlo è di fatto un patrimonio italiano. Ha vestito diverse maglie nella sua carriera, dal Brescia all'Inter, dal Milan alla Juventus, senza dimenticare la Nazionale e il suo trascorso ultimo in MLS al di là dell'Oceano. Regalando sempre perle indimenticabili, scrivendo pagine di storia del calcio e dei club, anche in negativo perché l'addio prematuro all'Inter che non ne aveva capito le potenzialità è pur sempre parte integrante dei racconti che il calcio tramanda.
Pirlo il traditore
La notizia però di giocare a San Siro la gara d'addio ha scosso diversi tifosi di fede rossonera. Che hanno vissuto il trasferimento a Torino e gli ultimi anni in bianconero del Professore come una autentica onta personale. Un traditore a tutti gli effetti, un'etichetta che travalica i successi ottenuti da Pirlo, non ultimo l'alloro del 2006, in Germania con il Mondiale conquistato a Berlino.
Pronta la contestazione
Per molti ultrà del Diavolo Pirlo non deve mettere piede a San Siro e chi riuscirà ad andare allo stadio sarà anche pronto a rovinargli la festa. Come? Sicuramente con sonori fischi e cori contro e – se si riuscirà a superare il controllo all'ingresso – anche con qualche striscione polemico. Il tutto anticipato dai commenti social che stanno radunando i contestatori per prepararsi al 21 maggio.