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Totti, Pirlo, Lampard e gli altri: il 2017, l’anno degli addii

Il meglio di una generazione di calciatori ha dato l’addio al calcio nel 2017, da Totti a Pirlo, da Lampard a Xabi Alonso. Ma c’è stata anche la caduta di Usain Bolt nella sua ultima gara, il saluto di Magnini, il secondo ritiro di Massa e il terzo di Martina Hingis.
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"Sapete qual'era il mio giocattolo preferito? Il pallone, e lo è ancora ma a un certo punto della vita si diventa grandi". Il tempo ha bussato alla porta di Francesco Totti, che il 28 maggio 2017 ha detto addio al calcio con un commovente messaggio letto all'Olimpico dopo la sua ultima partita, il 3-2 sul Genoa. Ha segnato 250 gol in Serie A in 619 partite, secondo solo a Piola. Ma nessuno ha mai realizzato così tante reti con una sola maglia. E da quando Totti non gioca più, verrebbe da dire come il Cesare Cremonini nostalgico di Baggio, per molti non è più domenica.

Gli addii di Totti e Pirlo

Ha lasciato Totti, e con lui il meglio della sua generazione, in un 2017 che si è trasformato in un malinconico tour di saluto. Hanno scelto e attraversato il momento che nessun campione vorrebbe vivere, il futuro che arriva, il dopo, la pagina bianca, l'ignoto che si affacciano all'orizzonte di una vita con nuovi colori. Andrea Pirlo ha voluto la famiglia per un addio annunciato. Ha giocato gli ultimi cinque minuti del playoff fra il suo New York City, e il Columbus Crew di Federico Higuain, fratello del Pipita.

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“Non finisce solo la mia avventura a NY, ma anche il mio viaggio nel mondo del calcio come giocatore, quindi vorrei avere l'opportunità di dire grazie alla mia famiglia e ai miei bambini per il sostegno e l'amore che mi hanno sempre dato e tutte le squadre e i compagni con cui ho avuto l'onore di giocare. Grazie a tutti coloro che hanno reso così incredibile la mia carriera e a ogni tifoso che, nel mondo, mi ha dato il proprio supporto” ha scritto. Pirlo, che ha offerto a Baggio nel 2001 l'assist per uno dei suoi più bei gol in carriera, alla Juventus quando giocava nel Brescia, al calcio ha lasciato un pezzo di storia, un modo di giocare diventato modo di dire, marchio di qualità, intelligenza e visione.

Il saluto di Lampard

Lascia da maestro, che ha sfidato la fisica, come ha salutato Frank Lampard, dopo aver salutato la Premier League da centrocampista più prolifico di sempre nella storia del campionato più ricco del mondo. Al Chelsea, ha segnato 211 gol, almeno dieci per dieci stagioni di fila. Ha deciso con una doppietta il 2-0 che ha riportato il titolo in casa Blues dopo mezzo secolo. Il resto, i tre campionati vinti, le quattro FA Cup, la Champions e l'Europa League, è storia. “Ho giocato con Lampard” ha scritto Gudjohnsen, “non servono altre parole”. Sipario.

Sipario che cala anche su due esempi di intelligenza tattica, su Philipp Lahm, uomo per tutti i ruoli e tutte le stagioni, che ha lasciato da titolare col settimo Meisterschale, e su Xabi Alonso, semplicemente “uno dei centrocampista più forti di sempre". Parola di Pep Guardiola, che sta per diventare l'allenatore più pagato del mondo.

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Usain Bolt: "Non ho eredi"

Al City lo vorrebbero uomo simbolo, versione “light blue” di Sir Alex Ferguson. Epifania di un racconto calcistico di leggerezza insostenibile e ricerca della perfezione, con molti epigoni e senza eredi veri. Come Usain Bolt, che ha riso, ha stonato, è caduto sul suo ultimo metro. Lascia a una decina di giorni dai 31 anni, con otto ori in tre Olimpiadi e undici ai Mondiali, e chissà che sarebbe successo senza la falsa partenza di Daegu. Brand che racconta l'atletica come Michael Jordan rappresentava il basket, l'atletica gli mancherà ma potrevve provarci col calcio. Da ragazzo, diceva, sognava di “vincere l’oro nei 200 per la mia isola ai Giochi olimpici. Mi sarei accontentato di una medaglia. Mai avrei immaginato, nemmeno nei miei sogni più proibiti, di essere capace di ripetermi in più eventi e in più Olimpiadi”, così raccontava al Corriere dell Sera. Lascia senza rimpianti e con un invito: “Sta a chi rimane mantenere alto il livello delle gare e del divertimento, per non far rimpiangere Bolt”.

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E "Magno" non nuota più

Chi rimane, a cominciare da Federica Pellegrini, ha già iniziato a rimpiangere invece Filippo Magnini. A tutto il nuoto azzurro mancheranno le sue rimonte, le progressioni come la vasca di ritorno che ha riscaldato la notte italiana mentre si prendeva il primo oro mondiale in carriera a Montreal. Ci ha sempre messo la faccia, “Magno”, contro il doping, nella buona e nella cattiva sorte. C'era quando nuotavano Brembilla e Rosolino, lascia dopo gli ultimi mesi da guida della nuova generazione. "Non so da dove iniziare…non so cosa dire….abbiamo iniziato insieme in Nazionale nel 2003…ci stavamo anche un po' sulle balle all'inizio!!Tu super Sborone in tutto forte dei titoli del mondo nella Gara Regina io che ancora non ne azzeccavo una …poi a volte i ruoli si sono invertiti" gli ha simpaticamente scritto Federica Pellegrini, la metà di quella che un tempo è stata la coppia più bella del nuoto azzurro. "Non abbiamo mai mollato!!! Mai!!! E forse non molleremo mai!!! Sono così contenta per te perché questa decisione l'hai presa per te e solo per te senza avvisare nessuno”.

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L'ultima impresa di Contador

Ha avvisato tante volte, invece, Felipe Massa, erede di se stesso nell'ultimo Mondiale di Formula 1 dopo la commovente cerimonia di Interlagos 2016. Lascia a testa alta, dopo aver pianto tutte le lacrime, ha detto. Lascia la Formula 1 con 41 podi e 11 vittorie all'attivo, ma si lascia aperta una possibilità di continuare in alre categorie o in altri campionati.

Futuro che non ci sarà per Alberto Contador. Lo spagnolo ha firmato un'ultima grande sorpresa, un'ultima grande impresa. Sull'Angliru, il Mortirolo di Spagna, si regala lo show solitario e finale. Un uomo solo al comando, prima che cominci la terribile salita, vince la tappa poi a Madrid si prende gli applausi di un'intera nazione.

“Non so cosa dire, è stato grande l’amore che mi hanno dato per tutte le strade” ha detto. "Non è facile descrivere cosa provo. Ho sempre detto che avevo tre sogni. Uno era passare professionista, l’altro era correre il Tour, e l’altro era vincere. Mi sono accorto in questa Vuelta di aver avuto un quarto sogno: lasciare il ciclismo in questa maniera".

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Hingis e Beltran, carriere da leggenda

Il tempo ha bussato anche per Martina Hingis, al terzo saluto al tennis, e Carlos Beltran, dopo vent'anni in MLB, dopo la vittoria alle World Series con gli Houston Astros. Bussa e separa le strade dei campioni e dello sport che li ha resi grandi. Anche se due buoni compagni di viaggio potranno scegliere imbarchi diversi, ma resteranno sempre due marinai.

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