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Totti: “Messi è meglio di Ronaldo. E Neymar non può valere 250 milioni”

L’ex capitano, oggi dirigente della Roma, ne ha per tutti: “Preferivo il calcio dei miei tempi quello più romantico. Adesso è tutta una questione di affari e un calciatore non può essere pagato cifre che sono fuori dalla realtà”. Futuro da allenatore? “No, per adesso penso a fare altro”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Lionel Messi è il miglior calciatore al mondo ma non ditelo a Cristiano Ronaldo". Francesco Totti è tra gli invitati al Globe Soccer di Dubai e risponde con una battuta alla domanda che più volte ha ascoltato. CR7 – come la Pulce – può vantare ben cinque Palloni d'Oro, l'ultimo consegnatogli di recente nella cerimonia fastosa di Parigi, ma per l'ex capitano della Roma – che nel 2017 ha detto addio al calcio giocato in un Olimpico colmo di lacrime ed emozione – l'argentino resta il più forte visto, affrontato e ammirato in vent'anni di carriera.

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Il tempo corre in fretta ("maledetto tempo", esclamò mentre leggeva il messaggio di addio nel suo stadio) e sul rettangolo verde è il peggiore avversario da battere, scandisce i cambiamenti continui di un mondo nel quale spesso il business prende il sopravvento su ogni cosa, anche sui sentimenti. Il ‘dieci' della ‘magica' è (anche) il simbolo di un calcio che non c'è più, spazzato via dal potere della moneta.

Questo è uno sport profondamente cambiato nel corso degli anni e io preferivo il calcio dei miei tempi quello più romantico – ha ammesso Totti -. Adesso è tutta una questione di affari. Ci sono grandi calciatori, ma penso alla trattativa tra il Barcellona e il Psg per Neymar, credo sia davvero un'esagerazione pagare 250 milioni per un giocatore. E' qualcosa che va oltre la realtà.

La carriera da allenatore non lo attira. Nel corso della conferenza di Dubai Totti ha anche parlato del suo futuro, di come sia stato difficile appendere le scarpette al chiodo e ripensare la propria vita al di fuori del campo da gioco, passando dalla tenuta da calcio alla veste dirigenziale.

Fino allo scorso anno pensavo solamente a giocare, adesso è normale avere altre priorità come investire e promuovere Roma in tutto il mondo – ha aggiunto -. In questo momento non sto pensando di fare l'allenatore, quando pensi di farlo ti scatta qualcosa nella testa e a me ancora non è scattato. Quasi tutti i miei ex colleghi appena finita la carriera da giocatore hanno subito intrapreso quella da allenatore, penso a fare altro adesso.

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